Gli Sweet di Andy Scott (chitarrista, songwriter e produttore) sono
stati una band di grande successo negli anni, con ben tredici brani
finiti nella top 20 inglese, all’inizio degli anni ’70
hanno guidato la prima ondata di glam rock insieme a gruppi come T.Rex,
Slade, Silverhead, il loro album Sweet Fanny Adams è un grande
classico, poi il gruppo è entrato in una pausa forzata per
diverso tempo dando nuovamente segni di vita nell’84, con diversi
concerti, ma si è dovuto aspettare fino al 1992 per poter ascoltare
questo nuovo disco, che originariamente si intitolava solo “A”,
il disco ha avuto una certa risonanza e così si è cambiato
il nome nell’attuale con l’aggiunta di altri brani. Oggi
l’Angel Air lo ha finalmente ristampato, dopo essere stato per
lungo tempo irreperibile, con l’aggiunta di tre bonus tracks.
L’avvio è affidato alla grintosa “Do As I Say”,
sostenuta da un bel giro di chitarre, poi ci sono i cori catchy tanto
cari al genere. Poi è la volta della trascinante “X-Ray
Specs”, più metallica, ma che ha un coro veramente riuscito.
Il terzo brano è puro rock ‘n’ roll energizzato,
la band rimane fedele alla propria tradizione con brani freschi e
convincenti. “Stand Up” è un hard rock alla AC
DC, potente e trascinante, di quelli che dal vivo ti fanno saltare
dall’inizio alla fine, di questo pezzo c’è anche
una versione più asciutta e dura, quindi per me ancora più
bella, come bonus track. Anche “Nouveau Rock Star” è
un bell’hard rock risoluto, come rockano questi Sweet a fine
millenio. Dopo tanto maschio vigore era giusto piazzare un po’
di romanticismo ed ecco quindi due ballatone, la prima “Natural”
molto sognante e dolce, ottima per certi momenti, la seconda “Mind”,
molto power e più prevedibile. L’adrenalina torna a correre
veloce con “Marshall Stack”, anche questa riproposta tra
le bonus con diverso finale. Non male anche “Red Tape”,
molto metallica, senza tradire il sound del gruppo. Altra ballata
quasi acustica e vagamente beatlesiana è “When Friends
Fall Out”, con un ritornallo ruffiano che si stampa subito in
mente, seguita da un’altra power ballad tanto scontata quanto
bella e a me piace, “Is It True”. Carina “Dangerous
Game”, un compito svolto con misurata abilità e tanto
mestiere, della serie la classe non è acqua. “I Don’t
Want To Say Goodnight” è un’altra ballatona. Gran
finale con la durissima “Crudely Mott”, party rock at
his best, il pezzo contiene anche un divertente intermezzo cosacco
sguaiato. Il cd è completato da tre bonus tracks, due le abbiamo
già indicate, poi c’è la versione singolo singolo
del primo brano.
Una genesi così lunga ha permesso alla band di lavorare parecchio
sui brani e il risultato di tanto impegno si sente, questo è
un disco bello dall’inizio alla fine, pieno di grinta e di grande
voglia di rockare, di quelli che una volta si scriveva sul retro “Play
it loud!”. GB
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