Rock Impressions

T - Fragmentropy T - Fragmentropy
Progressive Promotion
Distribuzione italiana: G.T. Music
Genere: New Prog
Support: CD - 2015


Come vola il tempo! Mi sembra ieri che è uscito “Psichoanorexia”, invece sono già passati due anni! Ma è sempre un piacere invecchiare con buona musica, anzi, forse è proprio quella che fa volare il tempo, perché è notorio che quando si sta bene il tempo scappa via. La buona compagnia ce la regala il polistrumentista Thomas Thielen con “Fragmentropy”, quinto sigillo della sua nobile carriera musicale.

Frammenti di storie che parlano d’amore e non, di un viaggio nel proprio essere e come in tutte le più belle storie, non c’è fine. Tre lunghi capitoli, tre suite, due di mezz’ora ed una di quasi venti minuti, questo il percorso scelto da Thielen nel raccontare ed emozionare.

Apre “Chapter One: Anisotropic Dances”, una profondità di suoni netta e pulita stupisce per bellezza, così il lento subentrare della musica rarefatta, Psichedelica e drammatica. Gli stati d’animo si susseguono fra chitarre distorte e melodie pacate, quasi in stile Marillion era Hogarth. Bella e come sempre ottima interprete la voce di Thielen. A tratti si aprono ampi scenari ariosi, squarciando nebbiosi lidi di malinconia. I frangenti migliori arrivano nelle aperture epiche sonore, quando T si lascia andare in tutta la sua imponenza, questo perché in essa sa adoperare la melodia giusta e toccante elevandola ai massimi livelli grazie all’uso degli strumenti e in principale modo delle tastiere. D’atmosfera è il gioco di voci che si aggirano attorno alla nostra mente all’ascolto, sussurrate e femminili.

“Chapter Two: The Politics Of Entropy” è New Prog Doc, ancora lo stile Marillion ultimo periodo si affaccia all’ascolto, prendendo come punto di riferimento quel capolavoro intitolato “Brave”. L’imponenza delle tastiere spesso fa scorrere sulla pelle qualche brivido, specialmente se sopra questo tappeto subentra la chitarra elettrica.

Nella musica in generale c’è una sorta di passaggio staffetta fra il passato ed il presente, chiamando in causa (come per gli album precedenti) gruppi come Radiohead, Porcupine Tree, Marillion e Genesis. Fare coincidere così tanti stili non è uno scherzo, si rischia di fare un malloppo sonoro che potrebbe lasciare solo scontenti tutti gli amanti dei differenti gruppi citati, serve equilibrio e la personalità, quella che rende alla fine il tutto riconducibile ad un solo artista, in questo caso a T.

Il terzo capitolo “Chapter Three: The Art Of Double Binding” non si discosta di una virgola a quanto detto sino ad ora, giocando fra gli scambi umorali e sonori, fra malinconia ed epicità.

“Fragmentropy” è un album più oscuro che chiaro, consigliato a chi durante l’ascolto vuole sentirsi toccare dentro, a colui che quando chiude gli occhi si sente sollevare da terra, ovviamente invece chi fa della musica un inno alla tecnica o quant’altro fa passare un oretta nella distrazione di sottofondo, in esso troverà molta difficoltà di assimilazione.

Per ascoltatori attenti e di ampie vedute, in teoria quello che dovrebbe essere un ascoltatore di Progressive Rock, ma che ultimamente così spesso non è. MS

Altre recensioni: Psichoanorexia, Epistrophobia




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