Rock Impressions
 

INTERVISTA AI TANGENT con Andy Tillison (versione inglese)
di Giancarlo Bolther

Ci puoi raccontare come vi siete conosciuti e com’è nata la vostra collaborazione?
E’ stata una cosa un po’ strana, infatti non ci siamo ancora incontrati tutti personalmente. Ad esempio io ho incontrato Jonas Reingold solo dopo che avevamo fatto l’album, nonostante i Po90 avessero già fatto delle date di supporto ai Flower Kings.

Mi ricordo che nel booklet di Unbranded (Po90) avevo trovato vari riferimenti ai Flower Kings e oggi eccoti qua a suonare insieme a metà di questa band, è un sogno che si è realizzato?
Si, assolutamente. Sono dei musicisti favolosi e sono persone per le quali nutro un profondo senso di rispetto fin dalla prima volta che li ho incontrati. Avere avuto dei musicisti di questa grande band che mi hanno aiutato è stato veramente un grande onore e anche una superba esperienza per apprendere cose nuove. E’ vero, avevo parlato di loro sull’album Umbranded, in gran parte perché la loro musica mi aveva aiutato in un periodo in cui ero molto ammalato alcuni anni fa. Ogni volta che ascolto la loro musica mi sento uplifted.

Com’è nato l’album The Music That Died Alone e quanto tempo hai impiegato a realizzarlo?
L’album ha richiesto due anni di lavorazione, questo principalmente è stato causato dai numerosi impegni che avevano le persone coinvolte in questo progetto. Due anni fa i brani facevano parte di un mio progetto solista che pian piano mi è “sfuggito di mano”. All’inizio la mia idea era di realizzare della musica che uscisse dai miei soliti canoni, qualcosa che fosse più “Progressive” con la “P” maiuscola e strumentalmente più complessa di quanto avevo fatto finora con i Po90. Volevo dar vita ad un grande album di “Rock Progressivo Inglese”. Ho ascoltato e molto apprezzato i gruppi della new wave of progressive tipo gli Anglagard, i Flower Kings, gli Spock’s Beard, i Transatlantic, etc. Mi sembrava che ci fosse posto per un po’ di “Englishness” e questo è il punto da cui ho iniziato a lavorare. Man mano che i diversi musicisti vanivano coinvolti nel mio progetto, il tutto ha incominciato a cambiare e a svilupparsi in modo autonomo, in altre parole si può dire che sia un album che si è fatto da solo! Il progetto ha coinvolto varie persone dopo che le registrazioni hanno incominciato a girare un po’ per tutto il nord Europa, queste sono state assemblate, separate, suddivise e poi ancora ricomposte e ogni parte con sistemi di registrazione diversi. In qualche modo tutto ha funzionato e alcuni di noi stanno ancora cercando di capire come!

Per questo quindi il vostro sound è così seventies, così old fashioned?
L’album dei Tangent è assolutamente e volutamente orientato al sound dei seventies sia nei sui intenti che nella costruzione musicale, sebbene sia stato registrato con tecnologie al passo coi tempi. Non ho voluto copiare nessuno in particolare, ma ho voluto catturare lo spirito di un era, di un periodo che è esistito trent’anni fa, ma che ha prodotto della musica che ancora oggi risulta essere molto più avanzata e moderna di molta della musica che viene prodotta ai giorni nostri. Per questo motivo non ho mai pensato che stavo facendo qualcosa che potesse essere definito "retrogressive", la mia sensazione è che si tratta di un vero album d prog. It’s not "old fashioned" – but it is definitely fuelled by hindsight.

L’album è diviso in quattro parti, queste sono collegate fra di loro?
Le parti dell’album sono fra di loro separate, non si tratta assolutamente di un lungo concept. Ogni brano ha un soggetto diverso, sebbene “Canterbury Sequence” e “The Music That Died Alone” abbiano dei temi in comune. Però c’è un concept stilistico sottostante: il desiderio di realizzare un album di progressive rock e che “parlasse” di questo soggetto, penso che sia la prima volta che questo viene fatto. Non credo che qualcun altro abbia mai dedicato un brano o una canzone a questi argomenti. Il pezzo “The Musc That Died Alone” è un gemito di dolore per tutte le grandi cose che sono state gettate nella spazzatura dai mass media al tempo in cui si è sviluppata la prima ondata di musica progressiva, includendo le Missioni Lunari, il movimento Hippy, CND e lo stesso rock progressivo.

Cosa avete pianificato per la promozione dell’album, farete dei concerti?
Veramente al momento non sappiamo ancora come ci muoveremo, siamo sette persone in due diverse nazioni e ognuno è molto impegnato. Sarà molto dura, ma forse non impossibile!!!

State pensando ad un secondo album per i Tangent o si tratta di un episodio isolato?
Desidero molto poter realizzare un secondo album (ndr è già in fase di lavorazione) e se allowed to, lo faremo. Non posso parlare anche per gli altri, ma Roine mi ha già detto che gli piacerebbe molto esserci anche sul secondo e io ho già scritto molto materiale per questo album.

Perché non hai voluto incidere questo materiale come un nuovo album dei Parallel Or 90 Degrees?
In origine questo album è stato pensato come un lavoro solista nel quale io avrei potuto “tornare alle mie radici” e suonare degli stili di Musica Progressiva che in precedenza non avevo potuto realizzare lavorando con i Po90. Ho cercato effettivamente di fare del materiale molto tastieristico, ho voluto sperimentare del Jazz e delle influenze classiche e poter fare qualcosa di più libero rispetto ai vincoli che si sono imposti i Po90. Essenzialmente la musica dei Tangent è meno prevedibile di quella dei Po90, perché i due gruppi hanno delle finalità molto diverse. I Po90 sono fondamentalmente un gruppo di Rock Progressivo, mischiamo vari generi e stili, cerchiamo di sperimentare nuovi suoni e nuove tecnologie e nello scrivere canzoni cerchiamo di usare i metodi che avevano i primi gruppi di rock progressivo negli anni ’70. Ma nel 2000 ci sono nuovi sounds, ci sono nuove tecnologie e quindi non vogliamo proporre un sound settantiano, mentre questo è quanto ho cercato di fare coi Tangent. In questo senso Dan Watts da un contributo decisamente importante, è come un nuovo Robert Fripp se mai ce ne sarà un altro, un musicista capace di estrarre dalla sua chitarra dei suoni che vengono da un altro pianeta… anche se questo probabilmente non risponde esattamente alle aspettative di molti fan del prog. Noi abbiamo un range molto più vasto e aperto di quanto hanno avuto i gruppi degli anni ’70, questo a causa delle nuove tecnologie e a causa del fatto che oggi si può trovare molta musica nuova dalla quale trarre ispirazione. Come fonte di ispiarazione per i Po90, gruppi come Radiohead, Muse, Beck, Tool, Perfect Circle, Cooper Temple Clause sono importanti tanto quanto lo sono gli Yes e gli ELP.

Cosa stai facendo con i Parallel Or 90 Degrees?
Abbiamo registrato un nuovo album proprio quest’anno al South Studio dei Flower Kings in Svezia a Malmo. Il disco è stato registrato da Jonas Reingold e stiamo facendo gli ultimi ritocchi qui in Inghilterra proprio in questi giorni. Il nuovo album dovrebbe uscire il prossimo anno (ndr il 2004) e si intitolerà “A Kick In The Teeth”. Sarà un lavoro molto vario con canzoni che affrontano diverse tematiche compreso un brano di venti minuti sulla guerra in Iraq, che si intitola “Four Egos, One War”, risulterà una composizione veramente progressive. Poi ci sono brani più brevi come "A Kick In the Teeth for Civic Pride" che parla delle persone che non hanno casa e che vivono per strada in quelle che sembrano essere delle città opulente. Sia Dan Watts che Sam Baine hanno contribuito alla realizzazione dei pezzi del disco tnato quanto ho contribuito io stesso e credo che siamo riusciti a realizzare il miglior album dei Po90. Questo disco avrà la varietà di Afterlifecycle, la forza di Exotic Ways to Die e la qualità dei brani di Unbranded.

State considerando la possibilità di firmare con la Inside Out anche con i Po90?
Certamente, ci piacerebbe poter firmare con loro, ma la questione è se “loro” sono interessati a metterci sotto contratto!!!

Hai trovato delle differenze fra la Cyclops e la Inside Out?
Naturalmente ci sono delle grosse differenze. La Inside Out ha la disponibilità di così tante risorse in più, inoltre al contrario della Cyclops hanno come obbiettivo primario quello di distribuire la musica alla gente nel modo più veloce ed efficiente possibile. Ovviamente ci sono dei diversi stili commerciali, la Cyclops ha un modo molto amichevole e famigliare di condurre i propri affari e in passato è stato sempre molto piacevole lavorare con loro. Non abbiamo da fare lamentele per nessuna delle labels con cui abbiamo avuto a che fare, sia coi Po90 che con i Tangent.

Purtroppo la Cyclops non è più distribuita in Italia, sei al corrente di questo?
Non ero al corrente di questo problema. Naturalmente non sono felice di questa situazione, perché considero l’Italia come una nazione molto importante per i musicisti di rock progressivo.

Non pensi che nel movimento prog di oggi ci siano troppi side projects e che questo renda molto difficile per gli appassionati il poter seguire tutti gli artisti?
La musica è quella che è. Non è una questione di chi è che la fa. Chi sta lavorando con chi… su quale disco… quale chitarrista sta suonando cosa… sono questioni che vengono dopo la semplice domanda: si tratta di musica buona? Alcuni progetti sono straordinari, mentre altri non lo sono. Alcuni gruppi sono fantastici, altri non lo sono. Alcuni album degli Yes sono bellissimi e alcuni non lo sono. Non c’è nessuna regola prefissata!!!

Talvolta mi sembra che i nuovi gruppi prog di oggi sono troppo orientati verso esibizioni tecniche e non abbastanza verso la ricerca di trasmettere buone emozioni agli ascoltatori, tu cosa ne pensi?
Su questo punto sono d’accordo con te, ma non in tutti i casi. In generale io non mi sono mai preoccupato di quanto un musicista abbia cercato di mettersi in mostra, di quanto questo sia bravo, di come riesca a suonare tecnicamente bene, perché il musicista non è NIENTE senza una buona canzone o una buona composizione da suonare. Il brano può venire dilatato per poter introdurre tutte le jams che vuoi e questo fino a quando si riesce a tener vivo l’interesse dell’ascoltatore. Pertanto la CANZONE è TUTTO. Le jams non sono altro che la cigliegina sulla torta… Io penso che molti gruppi moderni di prog abbiano perso questo principio, ma anche molti gruppi storici hanno fatto lo stesso errore.

Secondo te quali sono i possibili sviluppi per la musica progressiva dei prossimi anni?
I musicisti prog e i fans devono attaccare continuamente l’industria dei media al fine di riscrivere la storia e il futuro di questo genere musicale così vitale e importante. Se non ci saranno delle persone unite per manifestare quanto oggi sia fondamentale questo genere musicale, noi vedremo la Musica Progressiva morire in solitudine, così come è successo ad altri generi musicali che sono morti, ma non sono stati dimenticati. Il Rock Progressivo sarà dimenticato, perché i media hanno scelto di ignorare il fatto che sia mai esistito…

Oggigiorno in Inghilterra gli artisti prog sono sempre meno e la scena è povera se comparata alla sua tradizione, come vivi questa situazione?
La mia risposta a questo problema è stata il cercar di produrre della musica Progressiva Inglese di alta qualità per gli scorsi otto anni. Siamo stati per lo più ignorati perché i fans della musica progressive hanno smesso già da molti anni di nutrire speranze nei gruppi inglesi. Ma si sono sbagliati e noi siamo qui in attesa di essere scoperti. Vi invito tutti a venire a scoprirci nel nostro sito www.po90.com e a scaricare GRATIS un intero album, venite anche a visitare il sito dei Tangent www.thetangent.org. Ti rigrazio per le tue domande, è stato un vero piacere risponderti.
Andy Tillison

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