Prima
di formare i Nightwish, Marco Hietala aveva dato vita ai Tarot insieme
al fratello Zachary. Il primo disco venne pubblicato nell’86
e da allora il gruppo, con cadenza non molto regolare, ha dato alle
stampe nove album compreso il presente. Una discografia di tutto rispetto
per questi musicisti finnici che indubbiamente avevano talento da
vendere.
Questo nuovo album è molto professionale e curato, ottimo songwriting,
ottimi arrangiamenti, ottima esecuzione, ottima impostazione grafica
dell’artwork, solo che quello che si ascolta è più
o meno sempre il solito heavy metal, vagamente epico e progressivo,
ma l’unica nota distintiva sono le linee vocali moderne e aggressive,
insomma la confezione del pacchetto pesa più del contenuto.
Ora bisogna capire con precisione quello che vogliamo: chi è
alla ricerca di un buon disco di puro heavy metal allora questo Crows
Fly Back è un prodotto che può facilmente soddisfare
i suo i appetiti metallici, anche se non gli cambierà la vita;
chi invece è alla ricerca di una musica che possa suscitare
emozioni nuove, allora è meglio che passi oltre.
Fatta questa doverosa precisazione devo ammettere che i Tarot ce l’hanno
messa tutta per fare un buon disco, che nelle intenzioni suona anche
onesto e sincero, solo che manca quel tocco in più per farne
un disco memorabile. La traccia omonima apre con un tappeto di tastiere
dal sapore gothic, poi entrano le chitarre e il metal prende il sopravvento.
C’è una certa teatralità che non guasta affatto
e il brano è molto ben interpretato dal singer Tommi Salmela.
Non c’è molto da aggiungere a quanto ho già detto.
Se siete dei metallari inossidabili, allora dovete dare un ascolto
a questo materiale, altrimenti passate oltre. GB
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