Ci sono diversi modi di concepire il Progressive Rock, generalmente
citando questo nome vengono alla mente band dal suono articolato e
soprattutto sinfonico. Sappiamo cosa sono stati gli anni ’70
e cosa chi hanno lasciato, una eredità importante, spesso soffocata
da se stessa nel corso degli anni. Tuttavia anche oggi il Prog esiste
e gode anche di buona salute, perfino di un discreto seguito. C’è
invece chi concepisce il genere, o meglio lo apprezza di più,
se è composto da una musica sperimentale o innovativa. Gli
americani TCP li relego nel nostro primo caso, un trio dell’East
Coast che con questo debutto dal titolo “The Way”, si
diletta a ripercorrere i fasti dei tempi che furono.
Aleggia spirito dei Genesis come primo riferimento, quelli di Peter
Gabriel, ma anche suoni più vicini al New Prog. La voce di
Henry Tarnecky ricorda quella di Gabriel, mentre la chitarra di Jack
Wright spesso e volentieri si rende protagonista di interessanti solo.
Ma molto del suono della band scaturisce dalle suntuose tastiere di
Blacke Tobias. Qui gli amanti del Mellotron hanno pane per i propri
denti. Resto felicemente colpito dagli arrangiamenti delle tastiere
in “Road To 2012”, uno strumentale d’effetto, dinamico
ed in stile Camel. “She” gioca con il Mellotron e svariati
cambi di tempo. E’ nello strumentale che i TCP si ritrovano
meglio, i passaggi sembrano essere datati, ma hanno un velo di freschezza.
Immaginate di ascoltare i Citizen Cain con influenze New Prog. Avete
capito che la fantasia non la fa da padrona, ma spesso e volentieri
questo è quello che un fans del genere vuole sentire da un
disco Prog. Mi riferivo ad un velo di freschezza, questo viene dato
grazie a dei movimenti più Hard, come ad esempio nel Metal
Prog di “Heavy Billy”, oppure a dei brevi intermezzi di
elettronica, come all’inizio di Hypatia”, poi molto stile
David Bowie. Ancora suono duro e cadenzato in “She’s Like
You”, un piacevole intermezzo Dark. “I’m Me”
ricorda la musica dei norvegesi Fruitcake, mentre “Liberate
Me” ritmata ed ottimamente arrangiata, segue le gesta dei Gentle
Giant, tanto per rimanere in tema anni ’70. Bello l’intermezzo
di chitarra.
Lascio per ultima la stupenda “Minkind” con un piano eccellente
che entra dentro e lascia partire la nostra fantasia.
In conclusione “The Way” è si un album non ricco
di sorprese, ma le emozioni non mancano di certo, forse sarebbe stato
meglio se il cantato non fosse stato così Gabriel dipendente,
ma c’è anche a chi questo piace. Mettiamo poi sulla bilancia
un buon artwork e che questo è un debutto e se il buongiorno
si vede dal mattino, con i TCP in futuro forse ne sentiremo ancora
delle belle. Promossi sicuramente, anche se non a pieni voti, bisogna
per forza lavorare di più sulla personalità, altrimenti
c’è il rischio di sparire inghiottiti nel vortice delle
migliaia di band “Genesis dipendenti”. MS
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