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Tea For Two sono un trio tedesco nato nel 1984, ad oggi col presente
Twisted hanno pubblicato tre dischi in studio più un live e
fanno parte di quella lunga schiera di gruppi retti solo dalla passione
pura per la musica, che vivono in un mondo tutto loro, seguiti prevalentemente
dai loro fans e da una cerchia di appassionati dai gusti raffinati.
Dico questo con una certa dose di rammarico, perché penso che
le potenzialità di questa band siano molte.
Il loro sound paga un grosso tributo ai Jethro Tull, sia per la presenza
massiccia del flauto, sia per la voce del singer, ma anche per una
miscela di hard rock, melodie celtiche e una decisa propensione prog
che hanno contraddistinto anche il gruppo di Anderson. Detto questo
devo riconoscere che i TFT non sono dei cloni, piuttosto danno una
loro personale interpretazione di un certo modo di fare musica.
Da tutto questo nasce l’album che sto recensendo, una raccolta
di dieci brani veramente interessanti e ricchi di sfumature. Le danze
vengono aperte proprio da un flauto etereo che lancia la solare “Spanish
Nights”, un brano dal sapore vagamente commerciale, nel senso
che gioca a mescolare il flamenco col rock, non è proprio un’apertura
che convince, ma dimostra che il gruppo esprime delle ottime melodie.
Già molto meglio è la seguente “Soundscapes”,
che inizia con delle melodie delicate e poi cresce di intensità
e spessore, fino ad assumere dei connotati carichi di tensione e mistero
ed ecco l’anima più prog emergere con prepotenza. I fantasmi
dei Jethro balzano fuori invece da “Out in the Sun” che
non avrebbe sfigurato di certo su un album come Songs From the Wood.
“Last Drink” è un brano strumentale per solo pianoforte
e, come fa intuire il titolo, è un notturno intimista e introspettivo.
Molto originale è “Autumn” dove emerge una slide
acustica su un tessuto fra il folk americano e il prog, veramente
interessante. “Hold On” invece gioca la carta del blues,
ma anche in questo caso si tratta di un tentativo personale e per
niente scontato. In apertura di “On My Way” torna a predominare
il pianoforte, ma poi il brano si trasforma in un classico neo prog
abbastanza intenso, ma meno originale delle cose precedenti. Melodie
celtic rock pulsano nella strumentale “Scar Folk”, che
dal vivo deve avere proprio un bel tiro. Dopo tanta energia sembra
giusto mettere questa delicata “Why?”, ma per fortuna
è un episodio davvero breve. In chiusura troviamo la lunga
e strutturata “Come What May”, il gruppo si congeda con
uno dei brani migliori del disco.
Forse non saranno molto innovativi, ma di sicuro i Tea For Two sono
originali e la loro musica è molto piacevole da ascoltare,
non esitate a cercarli. GB
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