I Tempest sono in attività dalla fine degli anni ottanta e
col presente hanno realizzato una decina di albums in studio (se si
escludono raccolte e live). Hanno base operativa nel nord della California,
ma vengono da molte parti diverse del pianeta: il leader Lief Sorbye
(mandolino) è di Oslo (Norvegia), il chitarrista Ronan Carrol
è di Dublino (Irlanda), la bassista Ariane Cap è di
Innsbruck (Austria), il violinista Michael Mullen è californiano
e il drummer Adolfo Lazo è di Havana (Cuba). Questa diversità
ha certamente contribuito in modo determinante a formare il sound
del gruppo che risulta sempre molto amalgamato e credibile.
Musica festosa e genuinamente rock al tempo stesso, i Tempest hanno
saputo unire tradizione e nuove tendenze in modo molto naturale, cresciuti
alla scuola di formazioni come Jethro Tull e Horslips, hanno saputo
continuare quanto di buono queste storiche formazioni avevano generato.
Ecco allora prendere vita canzoni come l’iniziale “Captain
Kidd” che unisce la musica folk al hard rock epico, non a caso
racconta di un famoso pirata con grandi duetti fra mandolino, violino
e chitarra elettrica. Molto coinvolgente anche “Slippery Slide”,
una danza popolare accelerata e sostenuta dalla chitarra elettrica
e da una sezione ritmica precisa ed enfatizzante. Con la manlinconica
“Hangman” Sorbye riprende un tradizionale e lo adatta
allo stile particolare del gruppo. Arie scozzesi si mescolano a quelle
norvegesi, passando poi per l’Irlanda ed altri posti ancora.
Grande classe e ottime performances sono di casa e il risultato complessivo
è quanto mai esotico, tutto da scoprire.
La musica dei Tempest riesce a coniugare la tradizione con la modernità
in un modo molto personale e divertente, non a caso il gruppo gode
di una grande reputazione live, in effetti ascoltando il disco si
può immaginare abbastanza facilmente la forte resa che devono
avere i brani dal vivo. The Double Cross è un disco vitale
e positivo, dopo un primo assaggio non riuscirete più a farne
a meno, da ascoltare e riascoltare. GB
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