Rock Impressions

Ten Midnight - Run TEN MIDNIGHT - Run
Mellow Records
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog
Support: CD - 2008

È con piacere che mi accingo a recensire il secondo lavoro dei bolognesi Ten Midnight, uno di quei gruppi che mettono la passione davanti a tutto. Come abbiamo già avuto modo di raccontarvi in occasione della recensione del loro primo lavoro, i Ten Midnight amano fare musica come si faceva una volta, musica suonata e anche un po’ vintage se vogliamo, ma con queste premesse la scommessa è essere convincenti e i Ten Midnight riescono a dare un’immagine onesta di se stessi. Ecco allora spiegato perché mi fa piacere ritrovarli.

Apre un intro che lascia presto posto a “Lusitania”, un brano tributo (dichiarato dalla band) ai Kansas e devo dire che il brano funziona a meraviglia, anche i testi in italiano che una volta tanto suonano bene, cosa non comune nel prog tricolore. Ottimi passaggi strumentali, del resto dichiarando ammirazione per il gruppo di Walsh i nostri non potevano rischiare di sfigurare e non sfigurano per niente! Emozionante il solo finale di organo. In “Charlie Brown” suona il chitarrista Alberto Bergonzoni degli Atroci e compare anche un coro di bambini, melodia e prog si sposano, del resto i Ten Midnight hanno sempre avuto un occhio di riguardo per tre componenti, le strutture prog articolate, le belle melodie (alla Journey) e le partiture energiche ai limiti dell’hard rock, un mix che rende molto gradevole l’ascolto dei loro brani. Infatti ecco che l’avvio di “Run Bobby Run” è più hardeggiante, anche se le ritmiche sono sempre complesse e il fraseggio della chitarra è più intricato di quanto sembri, poi nel ponte ecco un flauto che risveglia molte care memorie. “Led Ten” è un omaggio ai Led Zeppelin, quelli di Stairway… come nel caso precedente è una rilettura peronalizzata e non una cover e questo è un vero merito. “Lonely Man” è un po’ il cuore del disco, uno dei brani più impegnati e direi anche più personali della band, che merita ben più di un ascolto, grandi partiture prog, con repentini cambi, nostalgico ma bello. Bella la melodica “One More Song…” che ricorda certe arie dei già citati Journey. “Sfere” ripropone il flauto, sono ancora emozioni mai dimenticate che riaffiorano, ma il gruppo sa il fatto suo e il risultato è riuscito. Si chiude con “Algarve” che introduce soluzioni più moderne e ricercate su un impianto vagamente sinfonico, forse questa sarà la prossima frontiera della band, vedremo.

I Ten Midnight come abbiamo detto sono un gruppo animato da tanta passione e la passione ricompensa sempre degli sforzi, per cui sono convito che questo disco darà delle soddisfazioni sia al gruppo che a chi avrà voglia di ascoltarlo con la mente aperta. Viva il prog melodico! GB

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