La teoria delle finestre rotte è uno studio sociologico pubblicato
nei primi anni 80 sugli effetti del degrado urbano sui comportamenti
devianti, per la quale più aumenta il degrado e più
aumentano le azioni come furti, vandalismo e la micro delinquenza
in genere, innescando così una spirale che si autoalimenta.
Questa interessante analisi è stata presa a ispirazione per
il progetto musicale di Jacopo Campi (voce) e Pietro Baldan (polistrumentista),
che ha base a Venezia.
Questo è il loro disco di debutto e si compone di dodici brani,
l’influenza prima è il post punk, in particolare quello
più gotico, i testi in italiano sono in linea, con ambientazioni
oscure, densi di poesia tardo romantica, ma anche con una certa vena
sarcastica che mi piace parecchio. Jacopo ha una voce potente, in
alcuni frangenti dimostra di essere anche impostato e questo contrasta
un po’ coi classici cantanti del genere, però genera
un contrasto intrigante. Pietro con la chitarra ci sa fare, gli altri
strumenti che usa sono il basso, la drum machine e qualche volta il
violoncello elettrico. L’uso della drum machine in questo genere
è abbastanza tollerato, anche se personalmente preferisco sempre
quella vera. Mescolati insieme tutti questi elementi ne esce qualcosa
di personale, come il pezzo mancante di un puzzle che in qualche modo
completa la variegata scena dark italiana.
Questo primo vagito dei TDFR fa sperare in un futuro tutto da scoprire,
ovviamente è un disco che si rivolge soprattutto al pubblico
notturno. Però il loro stile, una volta raffinato, potrebbe
trovare consensi anche più ampi di quelli immaginati. GB
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