Penso che tutti conoscano Amnesty International e il suo impegno per promuovere e difendere i diritti umani e di quanto ancora in questo nuovo millenio ci sia bisogno del suo lavoro, ma forse non tutti sanno che c’è un festival, “Voci X La Libertà, Una Canzone per Amnesty” arrivato lo scorso anno alla sua dodicesima edizione, in cui viene assegnato un premo all’artista che con la sua canzone riesce ad incarnare meglio i valori e i principi che animano questa associazione. I mantovani Terzobinario hanno vinto l’edizione 2009 col brano “Rights Here Rights Now” e questo disco d’esordio segue quell’evento.

La band esprime un pop rock dal piglio grintoso con testi impegnati, che denunciano mali e cattivi costumi attuali, riprendendo in un certo senso la strada dell’impegno sociale e politico iniziata da molti gruppi e artisti negli anni settanta e successivamente interrotta.
Pur essendo abbastanza espliciti, questi musicisti non sono eccessivamente schierati, i riferimenti nei testi sono delle dichiarazioni di principio accettabili e condivisibili al di là degli schieramenti e questo è proprio insito nel nome scelto dal gruppo, il Terzobinario è proprio la terza via, qualcosa di nuovo, una voce che non si lascia incatenare nelle vecchie logiche, ma che vuole offrire una terza strada, tutta da scoprire nei brani che compongono questo loro primo cd.

Il disco è composto da undici brani, dieci cantati in italiano, mentre l’ultimo, quello che ha vinto, è in inglese. Si parte con la graffiante “Le Piramidi”, buon tessuto rock e un testo che esprime bene la via scelta da questi artisti, critico, senza essere troppo politicizzato. Quasi punk è “Scivolando Piano”, la vena è buona e questo pop rock entra facilmetne in testa. I brani scorrono leggeri e il disco si lascia ascoltare molto volentieri. Non ci sono soluzioni particolarmente geniali o rivoluzionarie, ma c’è della musica suonata con passione condita da una vena compositiva decisamente interessante, che non viene mai meno. Bel disco questo dei Terzobinario. GB

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