Il duo ungherese composto da Agnes Toth (voce, violino, flauto, percussioni
e altro) e Mihaly Szabo (voce, chitarra acustica e basso acustico)
giunge al quarto album, che è stato autoprodotto ed esce a
quattro anni di distanza dal precedente, l’oscuro Osforras.
Questo nuovo disco si pone a metà strada fra i due album precedenti,
dell’ultimo riprende l’aura sciamanica e rituale, del
primo estrapola la bellezza e il fascino, ne esce un mix più
personale e definito, che caratterizza questi artisti, che non disdegnano
di inserire nel proprio linguaggio le musiche tipiche della propria
cultura.
Mohalepte è un viaggio fra i colori e le essenze di una terra
ricca di cultura e di tradizioni, che i TMATN hanno confezionato in
una veste gothica tendente al folk apocalittico, ecco allora snodarsi
le otto ballate di questo cd, che partono con la prima traccia, una
lenta cantilena carica di mistero e che pian piano prende vita e ritmo
fino a diventare quasi una danza. Il pezzo seguente è più
terreno, la band è cresciuta e dimostra una buona padronanza
degli strumenti e si creano dei vortici avvolgenti dal sapore fortemente
etnico. La terza traccia ha un’aura magica e incantata (vi tralascio
i titoli dei brani che sono in lingua madre). I ritmi accelerano nel
quarto brano, riempiendosi di vitalità, ma ecco che tornano
meditativi e malinconici nell’episodio successivo, che presto
diventa cerimonioso e ossessivo. A questo punto certe soluzioni possono
anche sembrare un po’ troppo ripetitive, ma il disco ha una
sua unità compositiva, che va intesa come valore, anche se
richiede uno sforzo in più per essere apprezzata.
Questi musicisti ungheresi cavalcano il filone gothic folk e stanno
dimostrando di avere delle buone doti espressive, anche se sono molti
i gruppi dediti a questo tipo di musica, un genere che ha il grosso
pregio di riportare l’ascoltatore a sonorità che sono
fondamentali della nostra cultura. GB
Altre recensioni: Rego Rejtem;
Osforras; Aether
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