A due anni di distanza dal lavoro precedente torna il duo ungherese
dei The Moon And The Nightspirit con il terzo album della sua saga.
Le sonorità non sono cambiate molto, siamo sempre in ambito
folk con influenze dark, se Rego Rejtem era più ethereal e
fairy, questo nuovo disco ha un sapore più pagano e sciamanico,
con traccie esotiche e orientali che spuntano di tanto in tanto.
Nei suoi quarantacinque minuti esatti in Osforras si respira un’atmosfera
magica, fatta di racconti dimenticati che una volta gli anziani raccontavano
ai bambini attorno ad un fuoco nelle lunghe notti invernali, la lingua
natia aiuta a creare quest’aura misteriosa, che regala un sapore
ancora più intenso. In questo senso avevo trovato il lavoro
precedente più affascinante, mentre questo con le sue cantilene
appare come un disco più per iniziati, di quelli che richiedono
un impegno maggiore per essere ascoltati e che sono meno immediati,
ma devo dire che il gruppo riesce a creare delle situazioni decisamente
suggestive. Ottimi gli arrangiamenti e le orchestrazioni, ma il songwriting
è un po’ ripetitivo e certe idee appaiono in brani diversi,
come un fil rouge che lega le varie tracce del disco, in fondo è
come un’unica storia che si svela durante l’ascolto.
I TMATN si confermano essere una realtà molto ricca di stimoli,
anche se questo disco è meno immediato del precedente, ma di
sicuro è più profondo e questo a volte non paga sulla
breve distanza, ma il tempo potrebbe dare ragione a questi artisti.
GB
Altre recensioni: Rego Rejtem;
Mohalepte; Aether
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