Mi fa sempre piacere ricevere un disco di debutto, perché mi piace dare spazio agli artisti che non sono ancora conosciuti al grande pubblico, così ecco che accolgo con curiosità l’album di questo quintetto svizzero, che presenta due chitarre e nessuna tastiera, un po’ come i vecchi gruppi metal degli anni ’80, ma la loro musica è un possente prog metal, che deriva in parte dai Tool e da band come i Katatonia e i Perfect Circle e i Dark Suns, con una buona attenzione alle melodie e privo di virtuosismi fine a se stessi.

Apre la title track con dei ritmi pulsanti e delle atmosfere suggestive, dove il metallo crea situazioni cariche di mistero e di aspettative, il gruppo dimostra subito molta personalità. “Vermillion River” è giocata su atmosfere dark, molto vicine anche al gothic metal, dal testo di questo brano viene preso il nome del gruppo (o viceversa) e, come si può immaginare, è uno dei momenti più risciti del disco, con belle melodie e un buon incedere deciso. “Rejection Song” è il primo brano ad avere una struttura abbastanza complessa, mentre nei precedenti il lato prog della band era espresso principalmente dalle ritmiche, in questo caso lo troviamo anche nelle linee armoniche. I brani sono quattordici e seguono tutti le stesse orme, in questo la band dimostra una grande coesione stilistica, ma questo è anche il suo limite, in quanto ad inizio disco mi aspettavo una maggiore varietà di situazioni, ma voglio ricordare che si tratta di un debutto che supera abbondantemente la sufficienza.

Questi TMG sono promossi, il loro disco è riuscito a catturare il mio interesse, anche se ci sono ampli spazi di miglioramento, ma è bene che sia così. Un disco da consigliare caldamente agli amanti del prog metal a tinte dark. GB

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