Rock Impressions

Three Monks - The Legend of the Holy Circle

THREE MONKS - The Legend of the Holy Circle
Drycastle / Black Widow
Distribuzione italiana: Masterpiece
Genere: Dark Prog / Gothic / Neo Classica
Support: CD - 2013


Riecco i “tre monaci” del prog italiano col seguito dello spettacolare Neogothic Progressive Toccatas, dal precedente disco poco è cambiato, ovviamente il progetto è saldamente in mano all’organista Paolo “Julius” Lazzeri, coadiuvato dal bassista Maurizio “Bozorius” Bozzi (che ha anche prodotto il disco), mentre alla batteria si alternano Claudio “Ursinius” Cuseri e Roberto “Placidus” Bichi. Il sound del power trio è volutamente barocco e solenne e profondamente dark. Dimenticate gli ELP, il terreno su cui si muovono le ambizioni musicali di Lazzeri, unico compositore, sono di altro genere, anche se Keith Emerson ci ha dilettato in episodi solisti con musiche d’organo accostabili ai lavori dei nostri. Qui l’organo a canne è preponderante, imponente e investe l’ascoltatore con tutta la sua maestosa gamma di suoni.

Nel disco troviamo sette composizioni, tutte strumentali e mediamente lunghe. L’avvio è segnato dalle progressioni armoniche di “The Holy Circle”, epico e gotico, piuttosto che al rock viene da pensare ai grandi compositori classici, con Bach in testa, del resto sappiamo come molti nel rock abbiano attinto a piene mani dal repertorio classico, vedi i Deep Purple e lo stesso Emerson, ecco questa sembra quasi più musica neoclassica contaminata col rock. Molto simile nella struttura è “Into Mystery”, sempre barocca e ridondante. Ma qualche momento di tregua non manca, come nell’intermezzo di “The Battle of Marduk”, dove l’organo lascia il posto ad un synth più dolce, ma è solo una piccola pausa, bello il finale del brano, molto sontuoso. “The Rest of the Sacred Swarm” fa pensare ad un notturno, poi è la volta di “Rieger”, aperta da un bel giro di basso, poi subentra l’organo con un incedere molto epico enfatizzato dalla batteria, che non è stata registrata proprio benissimo ed è un peccato. Se tutto questo non vi è bastato ecco l’enfasi marziale di “The Strife of Souls”, che presenta qualche sbavatura di registrazione, ma farà la gioia degli amanti dei suoni pomposi, è il brano più lungo e complesso del cd, vero tour de force. “Toccata Neogotica #5” continua il discorso iniziato sull’album precedente, dove ne avevamo trovate due, è una serie vertiginosa di scale su scale, gli amanti delle fughe tastieristiche si potranno sfamare.

Il disco è abbastanza omogeneo e alla lunga questo appesantisce l’ascolto, è musica che ti tiene col fiato sospeso, tanta è la solennità espressa in quasi tutto l’album, ma non si può restare in questa condizione per tutto il tempo di un cd, alla fine si viene un po’ sovrastati. Ci sono dei momenti di assoluta magia in questo album fuori dagli schemi, è un disco che si fa notare e ricordare, però servirebbe qualcosa per alleggerire la proposta, che altrimenti rischia di essere molto elitaria. GB

Altre recensioni: Neogothic Progressive Toccatas


Flash Forward Magazine

Indietro a Ultime Recensioni


Indietro alla sezione T

 

Ricerca personalizzata

| Home | Articoli | Interviste | Recensioni | News | Links | Chi siamo | Rock Not Roll | Live | FTC | Facebook | MySpace | Born Again |