Questo disco è un concentrato di puro dark sound e propone
un mix di doom e spocken words, una via di mezzo fra le prime produzioni
di Paolo Catena con cantato recitato e le musiche apocalittiche di
formazioni gotiche come i Death in June, ma Tony non ha la forza espressiva
di Catena. Di lui si sa poco, è ligure ed ha iniziato l’attività
nel nuovo millenio, credo questo sia il suo primo album.
Questo Voci dal Passato è un disco dove regna la tenebra, i
ritmi sono rallentati e tutta l’iconografia parla di fantasmi,
di spiriti, di entità che l’autore sembra volerci invitare
a cercare nella nostra vita. I testi sono sofferti e seguono fedelmente
le tematiche esposte sopra, recita in “Antichi Messaggi”:
“avvolto nel mondo spettrale tutto sembra così vivo,
anche un brivido freddo scalda i miei desideri”, direi che è
molto esplicito, ma il canto semi recitato in italiano non mi convince,
di sicuro Tony è stato libero di scrivere quello che gli stava
a cuore, ma l’integrazione con le musiche è pressoché
inesistente. Le musiche sono ispirate, si sente che questo personaggio
crede in quello che propone, ma il disco è faticoso, non decolla,
sembra una lunga e sofferta processione funebre, volutamente lento
in modo spasmodico, triste fino alla morte, di una tristezza che non
lascia spazio a nessuna speranza e con la quale è difficile
immedesimarsi. Di sicuro è un disco da sconsigliare a chi è
giù di morale.
Questo è un prodotto da culto e potrebbe trovare un suo pubblico
fra gli appassionati di musica dark rock, ma un ascolto prima dell’acquisto
è d’obbligo. GB
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