Non
finirò mai di sostenere che ci sono molti gruppi italiani veramente
ottimi e ogni occasione che conferma questa mia convinzione è
motivo di grande soddisfazione. Ovviamente avrete già capito
che i Trees sono un gruppo italiano e che mi sono piaciuti davvero.
Il gruppo ha mosso i primi passi nel ’93 e da allora ha tenuto
molti concerti, con numerosi consensi di critica, del resto il loro
sound raffinato e particolare colpisce fin dal primo ascolto. Si sente
che il gruppo è cresciuto all’ombra dei gruppi della
mitica 4AD e che ha fatto tesoro della lezione della Dark Wave più
raffinata ed elegante.
Questo cofanetto celebra i dieci anni dall’uscita del primo
cd e ripropone l’intera discografia del gruppo: i primi due
album Trees ed Harmonizer pubblicati su Energeia rispettivamente nel
’97 e nel ’99, a questi viene aggiunto Ash, che era rimasto
inedito per lungo tempo. Da lodare il lavoro attento della Ark Records,
che cura ogni particolare di ogni uscita, e così anche questa
ristampa in edizione limitata è una piccola gemma musicale,
che ci permette di apprezzare l’operato di questo gruppo ricercato,
anche il booklet è molto ricco e curato e offre la possibilità
di approfondire ancora di più l'esperienza dell'ascolto.
La prima cosa che emerge piuttosto evidente è la progressione
che il gruppo ha avuto nel tempo, una crescita artistica che trova
nell’ultimo Ash il suo culmine, restituendoci un gruppo in forma
spelndida. Il brano che mi ha colpito di più in questo album
è l’avvolgente “December”, che sembra un
mix di Dead Can Dance ed Echo And The Bunnymen, ma tutto il disco
è ricco di momenti entusiasmanti, come la trascinante e vagamente
psichedelica “Beauty” o la romantica “Treasure”.
La delicatezza di certe note rarefatte assume la forza delle emozioni
più intime, che sono capaci di travolgere più in profondità
il nostro io. In fondo sembra proprio che i Trees abbiano attinto
la loro forza dagli alberi, creature forti e fragili al tempo stesso.
Ho preferito soffermarmi più su Ash rispetto ai due lavori
precedenti, non perché non siano belli, anzi, ma perché
Ash è sicuramente il più bello dei tre, raccoglie ciò
che di buono il gruppo ha costruito nel tempo e getta un fascio di
luce sul futuro di questi artisti, che spero possa essere ricco come
la loro grande musica. GB
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