Quando
ho letto il titolo di questo cd ho fatto un ghigno pensando al gioco
di parole sottostante, ma ascoltando già il primo brano ho
capito che non si trattava di uno scherzo, Walter è un virtuoso
coi fiocchi. Forse il suo nome non è particolarmente noto,
ma leggendo la sua bio ho trovato che è stato segnalato in
varie classifiche come miglior chitarrista.
Di origini olandesi Walter ha mosso i primi passi alla fine degli
anni ’80 e ha dato alle stampe il suo primo album “Prisoner
of a Dream” nel ’90. In seguito ha prodotto vari albums
e ha suonato con gente del calibro di John Lee Hooker, i leggendari
Canned Heat, John Mayall e Big Mama Thorton. Signori stiamo parlando
della storia del blues bianco e infatti Trout mi ricorda molto quel
gran genio di Rory Gallagher.
Questa raccolta celebra i quindici anni di attività di questo
talentuoso chitarrista e propone quindici brani dei quali due sono
inediti. Un viaggio nel blues accompagnati da grandi musicisti che
propongono una serie di stili molto eterogenei, mantenendo ovviamente
una radice comune. Si passa con naturalezza dal rock blues ad alto
tasso adrenalinico al blues più intimista e riflessivo, con
delle puntate anche in quello acustico. Trout è davvero esuberante,
non direi innovativo, ma la sua tecnica è sopraffina. Non c’è
un brano brutto, uno che ti annoia, ovviamente il blues deve piacere
e se è così questo disco è un acuisto sicuro,
anzi consigliato. GB
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