Non
giungono molti gruppi dalla Grecia, anche se nel passato ci sono stati
alcuni capiscuola come Aphrodite's Child e Vangelis a farsi notare.
La Tulipe Noire sono attivi da vari anni e si sono conquistati una
certa notorietà in ambiente prog per la bellezza delle loro
composizioni. L'ambito in cui questo quintetto si muove è quello
del neo prog di matrice ottantiana, in particolare penso ai Pendragon
(anche se i La Tulipe mi piaccono molto di più), agli IQ e
ai Marillion, nonostante questi ultimi, come influenza, fossero molto
più presenti nei lavori precedenti.
Nove brani per quasi settanta minuti di musica certamente non innovativa,
ma con una discreta forza emotiva e una notevole efficacia. Passaggi
molto belli e malinconici contraddistinguono le parti che compongono
l'album, tasselli di un unico mosaico che scopre lentamente un mondo
incantato, un giardino segreto dove cogliere le canzoni come fiori
dal profumo soave. "Silence", "Castle on the Sand",
"Lost Souls Ballad" sono un crescendo di intensità,
composizioni avvincenti da ascoltare con piacere. "Carnival in
Venice" ha invece un incedere più inquietante che ricorda
certi passaggi dei Goblin. "A Beggar's Tale" si dipana su
una struttura hardeggiante, che da un po' di ritmo al disco il che
non guasta mai. "Le Fond Du Ciel" è un brano vagamente
epico e suggestivo. "A memory Picture" chiude dignitosamente
un CD molto piacevole, che non aggiunge niente di nuovo, ma che piacerà
da morire a tutti i fans del sound ottantiano. GB
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