Torna questa formazione storica, che ha saputo dar vita ad un sound
personale, accostando generi tra loro molto distanti e apparentemente
inconciliabili come la dark wave e il prog. Essendo io amante di entrambi
amo molto questa commistione, del resto ho sempre pensato che il prog
oscuro e visionario dei VDGG e dei King Crimson avesse avuto un forte
impatto su molto gothic punk.
Fedeli alla loro stravaganza ci offrono questa nuova raccolta di brani
che continuano a sorprendere per freschezza e originalità.
Possiamo sentire sonorità vicine a Hammill, a Fripp, ai Floyd
e poi chitarre acide alla Bauhaus, soluzioni ritmiche insolite, è
una vera cornucopia di idee che può sorprendere più
di un ascoltatore. Un altro aspetto pregevole di questo disco è
che non troviamo due brani simili, ogni composizione ha una propria
identità, con una scrittura felice. Personalmente avrei preferito
dei suoni più definiti, ad esempio non mi piace la resa della
batteria, che ho trovato un po’ in ombra in certi momenti, quasi
come se fosse ovattata, però nell’insieme mostra una
morbidezza che potrebbe essere voluta.
Un ritorno veramente gradito. GB
Altre recensioni: Rubbish; Free
Rock Project
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