Dopo cinque anni di attività e forti dell’esperienza
accumulata alle spalle, il duo Two Fates, formato da Loredana Di Giovanni
(LorElle: voce, tastiere e percussioni) e Giuliano Torelli (Tiresia:
basso, chitarra, drum pad, voci noises) giunge all’ep di debutto
dal titolo “/Tree”.
La musica che compongono non è di certo scontata, è
ricercata ma allo stesso tempo minimale, fra suoni tecnologici e melodie
suadenti dettate dalla bellissima voce di Loredana. Si avvalgono della
Two Fates Machine (Ableton Live), con cui registrano dal vivo tutti
gli strumenti per poi unirli assieme in tempo reale per un risultato
spesso ipnotico e scandito da loop.
Ciò che colpisce, è come riescono a far scaturire sensazioni
di “natura”, con suoni che di naturale hanno ben poco.
Il titolo “/Tree” è davvero appropriato, un albero
che ha radici nel tempo (l’esperienza a cui mi riferivo) e quindi
altezza (forte personalità) e fruttuosità (i brani da
gustare). L’artwork interno del disco ben rappresenta questa
mia elucubrazione, e c’è un particolare che non mi è
sfuggito e che ho apprezzato ulteriormente, ossia il contatto con
il terreno a piedi nudi da parte di Tiresia. Questo lo sa bene chi
vive la musica, essa sale dal terreno e ti entra meglio nel corpo
salendo fino alla mente, un contatto fisico che ne amplifica anche
l’ascolto.
Si apre con “Blu”, in esso si evidenzia anche l’importanza
dei testi, spesso giocosi in doppi sensi, sensazioni che ben si sposano
con la musica. Tutto questo ancora più palese nella successiva
“Verde”, acustica ed eterea, giocosa con le voci e LorElle
che sale sempre più, il tutto in un ritornello melodioso di
semplice memorizzazione ed efficace. Più ricercata nell’arrangiamento
vocale “My Story Is Not My Destiny”,cantata in inglese
su di una struttura musicale alquanto minimale ma presente in personalità.
Infatti uno dei meriti del duo risiede proprio nel saper donare giusta
melodia a suoni, loop ed elettronica varia, perché le sensazioni
evidenziano le emozioni e ne accrescono la musica. Non necessariamente
servono molte strumentazioni quando le melodie sono giuste e gradevoli.
Sensibilità ed energia in “Il Sogno, L’Addio”,
molto sentita e ben interpretata, quasi una scena teatrale. Torna
il cantato in inglese con “It’s The Rain” e qui,
per chi li dovesse conoscere, mi vengono alla mente i primi Paatos.
Molto spesso aleggiano atmosfere malinconiche fra le note, in “Sangue”
questo è più palese e decisamente più sentito.
L’ep si chiude con la bonus track, “My Story Is Not My
Destiny (Remix)”.
Il bosco dei Two Fates sembra fatato, magico, etereo, un luogo dai
suoni incantati e comunque sapientemente assemblati. Il duo dimostra
carattere, personalità, idee chiare ed una notevole capacità
di inventare. Tutto ciò si può racchiudere in un solo
termine: “creatività”. A questo punto non ci resta
che attenderli alla prova cd, le basi per far godere l’ascoltatore
ci sono davvero tutte. Da avere. MS
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