Rock Impressions

U2 - No Line on the Horizon U2 - No Line on the Horizon
Universal
Distribuzione italiana: si
Genere: Rock
Support: CD - 2009

Non sono mai stato un fan sfegatato del gruppo irlandese, ma sono cresciuto con le loro musiche in testa, insieme a quelle dei Big Country e dei Simple Minds e dei gruppi punk rock che ballavo nelle discoteche alternative. Quando ero giovane ho divorato i loro classici e li ho sempre ammirati, almeno due loro brani ancora oggi mi fanno venire la pelle d’oca e sono l’inno “Sunday Bloody Sunday” e la dolcissima “With or Without You”, poi c’è stata la svolta elettronico commerciale degli anni ’90 e per me fu come un tradimento, ancora oggi ho dei dubbi sulla bontà di quella scelta, ma il successo ottenuto in qualche modo ha dato loro ragione, il resto sono elucubrazioni mentali di poco conto.

Oggi il gruppo, che dall’inizio del nuovo millenio è tornato a fare musica rock, ci propone il nuovo album, un disco di undici traccie prodotto ancora una volta dalla coppia composta da Brian Eno e Daniel Lanois, che hanno contribuito anche alla composizione delle musiche di vari brani, ogni tanto spunta anche il contributo di Steve Lillywhite. Il disco ovviamente era molto atteso e devo dire che anch’io provavo una certa curiosità. L’avvio è affidato alla title track, un brano che mette subito in mostra le doti di Bono che sa ancora incantare con la sua grinta malinconica, l’andamento è decisamente rock, ma gli arrangiamenti sono estremamente curati e ne esce un sound pieno, quasi saturo e molto avvolgente, un avvio in grande stile, ritroviamo gli U2 con la loro unicità.”Magnificent” è uno dei pezzi più riconoscibili della band, un inno alla vita dall’incedere molto ottantiano, sembra quasi di essere tornati per un attimo indietro nel tempo. “Moment of Surrender” è una ballad dove spicca ancora la vocalità passionale di Bono, i suoni sono morbidi, reduci delle sperimentazioni pop della scorsa decade, bello il ritornello dal gusto epico. “Unknown Caller” è impostata con un crescendo che risulterà molto gradito ai fans di vecchia data, gli U2 sono in piena forma, magari un po’ troppo prevedibili, ma con trent’anni di carriera sulle spalle se lo possono permettere.

Molto bella “I’ll Go Crazy…” costruita su una linea melodica tanto semplice quanto efficace. Ma ecco finalmente che il gruppo cerca di graffiare per davvero e sforna uno dei brani migliori del cd, “Get On Your Boots”, i suoni sono incalzanti e la commistione tra hard rock ed elettronica pop raggiunge un livello davvero interessante, magari il cd fosse stato tutto su questi livelli. Ma anche la seguente “Stand Up Comedy” ci fa sobbalzare con suo funky rock pieno di adrenalina, forse un po’ troppo stile Lenny Kravitz. “Fez – Being Born” è un brano complesso, pieno di riferimenti che vanno dal mediterraneo e arrivano al post rock e a certo pop evoluto, probabilmente lo zampino di Eno è molto presente qui. “White As Snow” è una ballata incantevole, sospesa tra passato e presente, sembra quasi una vecchia canzone folk, ma al tempo stesso è anche molto moderna. “Breathe” ci riporta al rock più diretto, quasi viscerale, è un bell’inno pieno di energia. Con la ballata conclusiva “Cedars of Lebanon” si spengono le luci su questo cd, il gruppo ha scelto di lasciarci con un brano riflessivo, all’insegna dell’impegno sociale.

Gli U2 con questo nuovo album hanno saputo mantenere intatta la loro credibilità, hanno dato alle stampe un disco realizzato come si deve, non hanno più la forza dirompente del passato, ma almeno restano ben al di sopra della semplice dignità e questo non è poco. Dimenticavo, a me questo disco è piaciuto molto. GB

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