Il chitarrista americano Eric Zimmermann esce con questo disco solista,
che si fa notare per la presenza in tre tracce di Matt Bissonette
e Mark Zonder come sezione ritmica. La musica proposta è un
hard rock chitarristico seminale e roccioso, con un piede ancorato
ai seventies e un approccio molto contemporaneo.
Il primo brano "Acrobat" inizia con un riffing di matrice
Zeppeliniana, ma tiene conto anche della lezione aggressiva di gruppi
come i Soundgarden. "Spinningwheels" è la prima traccia
dove compaiono Zonder e Bissonette, è un hard progressivo con
ritmi complessi e una buona dose di energia, ma i cori un po' scontati
penalizzano il pathos complessivo. Segue l'intimista "How Was
The Funeral?", un brano acustico molto delicato, ma un po' breve.
"Swing It" sembra uscire da Eat 'Em And Smile di David Lee
Roth, un boogie serrato con un'ottima prova del vocalist Robbie Wyckoff.
"Elmer's Revenge" è una traccia strumentale molto
complessa e oscura, sia come suoni che come struttura, uno degli episodi
migliori dell'album. In "Every Time" e nel brano successivo
torna a farsi sentire la famosa coppia ritmica. Nel primo la tensione
cala un po', anche se musicalmente è un pezzo impeccabile,
ma "Lifeline" ha un incedere lento e drammatico notevole.
"Bigger Fish To Fly" è una heavy song piuttosto scontata
e un po' riempitiva. Chiude il CD "Drinking Blood", con
il violino di James Sudakow che ricama melodie orientali, mentre Eric
si divide fra chitarre acustiche ed elettriche con complessi intrecci
ritmici. Abbiamo ancora una bella canzone, che lascia comunque un
po' disorientati.
Certi brani sono molto intensi e rendono interessante l'ascolto di
questo album, altri lo deprimono un po'. GB
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