Torna il chitarrista USA Eric Zimmermann con il secondo capitolo del
progetto Under Radio, che ha conosciuto una certa notorietà
grazie alla presenza come guests di Matt Bissonette e Mark Zonder
(Warlord, Fates Warning).
L'album precedente mi aveva colpito per le sue strane atmosfere piuttosto
ruvide e sospese fra passato e presente. Il sound di questo nuovo
capitolo è decisamente migliore e anche più aggressivo,
i brani sono più definiti, il songwriting è più
sicuro e la line up è più stabile, Matt Bissonette suona
in otto brani su dieci, mentre alla batteria troviamo il fratello
Gregg e ritroviamo Zonder in una traccia, alla voce c'è ancora
Robbie Wychoff, che non è particolarmente dotato, ma con la
sua voce sa conferire ai brani un'atmosfera interessante, in altre
parole è un buon interprete, inoltre le parti vocali sono molto
più efficaci rispetto all'esordio. Un altro reduce è
il violinista James Sudakow che arricchisce il sound di alcuni brani.
La title track apre con rabbia questo album, un riff serrato e cattivo
al punto giusto ci cala in un clima torrido di protesta, un sound
moderno ma anche molto settantiano nell'approccio seminale e diretto.
"Centerpiece" è un po' più rilassata e gioca
ad alternare atmosfere psichedeliche ora acustiche ora elettriche.
"Noel" è aperta dallo struggente violino di Sudakow
ed è una triste riflessione acustica sul Natale. Le atmosfere
acide tornano in "Wedding Song", con un riffone stoppato
molto efficace, Zonder suona in questo brano. "You Won't See
the Blood..." è una ballata strumentale con tanto di mandolino,
ma non è un pezzo sdolcinato, anzi. "Cornerstone"
ci riporta nel pieno della psichedelia metallica, un brano veramente
interessante, con delle belle ritmiche. "Devil's From a Midwest
Town" è un roccioso hard rock molto zeppeliniano e molto
nostalgico, ma anche molto magico. "1916" è un'altra
ballata acustica che ci catapulta nei seventies col suo incedere hippie.
"Build a Monument" è hard moderno e cattivo al punto
giusto. Chiude l'album il nu metal di "Safety in Numbers",
un pugno nello stomaco anche se un po' distante dal resto dell'album,
ma non ci sta male.
Gli Under Radio sono una realtà difficile da classificare,
ma proprio per questo sono una voce fuori dal coro davvero molto interessante
e vi consiglio di provare ad ascoltarli. GB
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