Rock Impressions

Unitopia - Artificial UNITOPIA - Artificial
Inside Out
Distribuzione italiana: Spin Go!
Genere: Prog
Support: CD - 2010

Ecco un gradito ritorno, gli australiani Unitopia, che tanto ci avevano colpito col precedente The Garden, uscito quasi in sordina, ma capace di conquistare subito il cuore di ogni serio amante del prog. Le cose non sono cambiate molto in casa Unitopia e li ritroviamo con tutta la loro voglia di farci ascoltare grande prog.

A dire il vero manca un ingrediente, l’effetto sorpresa, adesso sappiamo cosa possiamo aspettarci da questi artisti e quindi è facile essere più critici, ma il disco parte subito molto bene, lasciando perdere l’intro ecco che esplode “Artificial World”, fra Genesis e i King Crimson meno sperimentali, con belle linee melodiche, che hanno un vago sapore new prog, ma il tutto mescolato ha una forza contagiosa. I brani sono collegati tra loro, senza soluzione di continuità e questo conferisce un’atmosfera molto positiva. A dire il vero fra un brano e l’altro a volte ci sono dei brevissimi stacchi che sembrano degli errori di editing, ma sono davvero brevi e si possono sopportare. La track precedente lascia il posto a “Nothing Last Forever”, con pregevoli citazioni beatlesiane. Dopo le melodie precedenti ecco una grande grinta, che arriva con la tirata “Not Human Anymore”, quasi hard rock che termina con atmosfere molto dark e misteriose e dopo un temporale ecco “Tesla”, dedicata al grande genio scomparso in modo molto misterioso, una figura che ha lasciato molti interrogativi mai risolti e così gli Unitopia gli dedicano un brano dalle geometrie complesse ed articolate, con vari cambi di tempo, ma si tratta di una suite e troviamo anche parti jazzate e altre latin, con soluzioni ricche di gusto e fantasia, da rilevare che in questo brano compare come narratore il pittore Ed Unitsky, che tante belle copertine ci ha regalato in questi anni. Molto romantica “Reflections”,.dominata da un pianoforte acustico e da una bella linea melodica, anche se un po’ prevedibile, ma comunque riuscita. Il breve intermezzo “The Power of 3’s” è molto teatrale, quasi cinematografico. Molto fantasiosa “Rule of 3’s”, un velato riferimento alla Trinità, probabilmente si visto che questa band è dichiaratamente cristiana e fa parte del circuito CPR (Christian Prog), ma i testi non sono troppo espliciti. Altro bel brano è “Gone in the Blink…”, coi suoi ritmi incalzanti e vitali, chiude il concept la ballatona “The Great Reward”, molto classica, anche troppo, ma non incide sul bilancio dell’album.

La versione in mio possesso contiene anche tre bonus tracks collegate tra loro, come un secondo mini concept. Immaginate un mix di Spock’s Beard e di strumenti tipici australiani e vi sarete fatti un’idea della briosa “What Kind of World?”, grandioso il finale. “This Time, I Think We’ve Got It Right” è un brano morbido, piacevole, ma un po’ sotto la media di quanto ascoltato prima. Molto prevedibile anche la conclusiva “Relative to Me”, bella, ma potevano fare di più. Comunque questo Artificial è un album ricco e lungo, che non mancherà di piacere.

Gli Unitopia si sono inseriti a pieno titolo fra i grandi gruppi contemporanei di prog, non sono qui a cambiare le regole del gioco, ma stanno scrivendo della gran bella musica, per qualcuno forse non basta, ma ascoltarli è sempre un piacere. GB


Altre recensioni: The Garden


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