Rock Impressions

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****** OVER THE TOP ******
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Uriah Heep - Totally Driven URIAH HEEP - Totally Driven
Uriah Heep Records / Cherry Red
Distribuzione italiana: -
Genere: Hard Rock
Support: 2CD - 2015


Mi sembra quasi impossibile che noi di Rock Impressions non abbiamo ancora recensito un album dei mitici Uriah Heep, una delle formazioni più longeve e continue del pianeta hard rock. Totally Driven è il loro venticinquesimo album, anche se in realtà era stato registrato nel 2001 ed era uscito con un titolo ed una scaletta diversa, Remasters: The Official Anthology, andato presto out of print. Il disco era servito come supporto al tour che ha dato vita ai due album live Acoustically Driven e Electrically Driven editi sempre lo stesso anno. Non si tratta quindi di brani inediti (presto dovrebbe uscire un nuovo album con nuove canzoni), ma il riarrangiamento di ventisette loro classici. La formazione presente è quella maggiore durata, dall’86 al 2007 e vede Bernie Shaw alla voce, Mik Box alla chitarra, Phil Lanzon alle tastiere, Trevor Bolder al basso e Lee Kerslake alla batteria. Cinque musicisti pieni di energia e di voglia di suonare, bastava vederli dal vivo (io li ho visti l’anno successivo) per capire di che pasta erano fatti.

Quando si parla di hard rock in realtà sono pochi, fuori dalle fila degli appassionati, a conoscere il nome di questi eroi indiscussi del genere. Eppure hanno scritto pagine di musica indimenticabile, veri classici senza tempo, e questo album ci permette di riascoltarne una bella selezione. Non ha molto senso richiamare i singoli titoli, meglio cercare di trasmettere le emozioni ricavate complessivamente dall’ascolto. Non posso però fare a meno di citarne qualcuno. Come parte “Gypsy” con quel suo giro di hammond vorticoso e maledettamente dark, scorrono brividi grossi. La loro discografia era partita da questo pezzo solenne e maestoso e non si poteva iniziare diversamente. Il gruppo è accompagnato anche da quattro archi, che aggiungono una grande profondità al sound, ho davvero la pelle d’oca. La cosa che mi ha colpito di più è che non si tratta di minestre riscaldate, ma di brani ringiovaniti e suonati con grande entusiasmo. Un’operazione di valorizzazione che non toglie un grammo di fascino agli originali. Anzi, li celebra esattamente come vanno celebrati, facendoli rivivere e rendendoli ancora attuali. E ancora “Bird of Prey”, “Sunrise”, “Come Away Melinda”, ascolterei questo disco a rotazione senza mai stancarmi, perché il sound è così ricco e pieno che ad ogni ascolto si percepiscono cose nuove, mentre vecchie suggestioni affollano la mia mente. Un turbine di emozioni a cui è difficile restare indifferenti.

Sono rapito dalla bellezza di questo disco, gli Uriah Heep hanno saputo riprendere in mano la loro storia e ce la presentano con giusto orgoglio e soddisfazione. Onestamente per me questo è un disco prezioso. GB

Live Report: 2002

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