Grande
serata dedicata all'Hard 'n' Heavy ieri sera sul Lago di Garda, uno
dei posti più suggestivi della nostra bella penisola e proprio
per la collocazione e l'atmosfera la serata si preannunciava indimenticabile.
Di spalla ai veterani Heep c'erano ben tre formazioni italiane: gli
Scream, i DGM e i White Skull, purtroppo per impegni di lavoro sono
arrivato solo mentre i White Skull avevano già
iniziato. Il gruppo con il suo metal piuttosto classico, ha fornito
un'esibizione molto tradizionale, con un buon power metal epico, certamente
poco originale, ma sempre piacevole.
Ma l'audience, piuttosto matura, aspettava con trepidazione i leoni
inglesi, fra il pubblico c'erano persone che li avevano già
visti in Italia nei primi settanta, quando avevano suonato con la
PFM di spalla, che in quell'occasione vinse il confronto, e si vede
la nostalgia scorrere a fiumi. E' strano come gli Uriah siano rimasti
un gruppo da culto pur essendo una delle formazioni più longeve,
con una discografia impressionante, con dei brani immensi e milioni
di dischi venduti.
La prima cosa che colpisce tutti i presenti è lo spirito con
cui i cinque salgono sul palco: dei leoni con un'energia incontenibile
e con una voglia folle di suonare e di stare a stretto contatto col
loro pubblico, voglia che contagia la platea in modo unico. Per me
è un concerto per il cuore, per la voglia di ascoltare la musica
che amo di più e non mi preoccupo di segnarmi la track list
o altre noiose notazioni tecniche. Il repertorio viene estratto saltando
dall'esordio Very 'eavy... Very 'umble all'ultimo Sonic Origami in
un tripudio di roccioso e travolgente Hard Rock e poco importa il
resto, inizio a saltare e a godermi lo spettacolo che per oltre due
ore mi regala emozioni che non dimenticherò mai. Mick Box è
un chitarrista saldamente ancorato ai seventies e sfoggia uno stile
acido con lunghe improvvisazioni di grande effetto, un chitarrismo
viscerale carico di feeling. Lee Kerslake fisicamente è ormai
la caricatura del ragazzo che nel '70 suonava coi seminali Toe Fat
e forse il nome del suo vecchio gruppo è stato di cattivo presagio,
ma dietro i tamburi dimostra un agilità sbalorditiva e il suo
assolo, ben bilanciato fra tecnica e feeling, è irresistibile.
Bernie Shaw è un grande singer con una voce che migliora brano
dopo brano. Lanzon è un ottimo tastierista, ma non posso perdonargli
la mancanza di un hammond, strumento indispensabile e terribilmente
assente, mentre Bolder col basso spinge come un bulldozer e in coppia
con Box creano un wall of sound che sbriciola gli astanti.
Gli Uriah Heep sono una band dal grande cuore che si diverte e diverte
ancora sullo stage e lo hanno pienamente dimostrato. GB
Recensioni: Totally Driven
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