Sorpresa Ut Gret! Sono serviti trent'anni e dieci di preparazione
per trovare un equilibrio sonoro davvero invidiabile, finalmente l'esperienza
sperimentale del passato, viene messa al servizio delle composizioni
e non viceversa come accaduto sino ad oggi. Il filo conduttore di
"Radical Symmetry" è ancora una volta la ricerca
sonora, ma questa volta la formula canzone è quasi sempre rispettata
e gode di melodie eccellenti. Ritorna pure un artwork importante,
ricco di nozioni e concetti, in più il disco suddiviso in undici
tracce, gode anche di una buona produzione sonora.
Si comincia con un breve saggio strumentale di matrice Jazz e dal
suono Canterburiano con "Insect Probe".Successivamente troviamo
anche una voce femminile, quella soave di Dane Waters ed è
nel pezzo dal titolo "Souvenir City". Il suono diventa morbido
ed i strumenti a fiato sono sempre presenti e fondamentali. Certe
sonorità mi fanno venire alla mente anche band italiane degli
anni '70 come i Perigeo. Trascinante il solo di sax. Le vecchie radici
della band vengono fuori nell'unico brano di durata più longeva,
"Infinite Regress", con i suoi sedici minuti abbondanti.
Qui fanno sfoggio le vecchie sperimentazioni, un ritorno al linguaggio
musicale inteso come nuova lingua. Un ritorno al passato o una fuga
verso il futuro? Intanto la musica suonata è resa materia dai
balli di Ruric Amari, qui visionabile soltanto attraverso le foto
del booklet. Questa è musica multietnica, rivolta alle culture
orientali in chiave di lettura Ut Gret. La band si apre al mondo Prog,
ospitando nel proprio sound influenze quali King Crimson, Henry Cow
con uno sguardo anche al geniale Frank Zappa. L'Oriente si manifesta
in tutta la sua magia onirica in "For Viswa".
"Walk In The Garden" ha il profumo degli anni '70, quella
purezza e se vogliamo ingenuità sincera che rivestiva quel
clamoroso periodo della storia umana, dove l'individuo era al centro
dell'attenzione e non viceversa come oggi. Flauto dolce e melodie
toccanti.
"Cobra In Basket" torna a raccontare l'oriente, mentre "Rule
IIO"rovista nelle melodie calde del Jazz. Ma i brani ricercati
non sono terminati nella suite, "Sword Of Damocles" torna
a percorrere limbi psichedelici dove la voce di Dane Waters fa il
suo ritorno. Il disco è concluso dai sei minuti Jazz di "Vegetable
Matters", quasi un classico rispetto alla complessa discografia
della band di Louisville.
Dal baco Ut Gret nasce oggi questa farfalla colorata, una maturazione
inesorabile, questa avviene quando gli artisti che suonano vivono
la musica per come è, senza restrizioni esterne. Gli Ut Gret
sono una realtà profonda ed articolata, magari non facile per
tutti gli orecchi, ma di certo colma di culture e sonorità.
Consigliatissimo. MS
Altre recensioni: Time Of The Grets; Recent
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