Abbiamo
ancora negli occhi lo spettacolare doppio dvd dal titolo Where the
Wild Things Are, un titolo bellissimo, realizzato con una cura notevole
e con un grande senso dello spettacolo, come saprete quel titolo era
uscito in parte anche in cd, questo nuovo dischetto è il compendio
del primo cd, quindi non si tratta di materiale nuovo, ma è
la parte restante del concerto, che non era apparsa sul primo cd.
Questa è un’operazione forse non proprio trasparente
nei confronti dei fans, perché non realizzare un doppio cd?
Visto che anche il dvd era doppio? Mah, misteri nei quali non sento
il bisogno di addentrarmi, resta il fatto che il concerto di Minneapolis
è stato davvero spettacolare ed è un bene che ve ne
sia una testimonianza il più completa possibile.
Fatte queste doverose premesse non ci resta che tornare sulla musica
di Steve, per la quale è difficile trovare parole nuove per
descriverla, I dodici brani proposti in questo titolo sono tutti da
gustare senza esclusioni, a partire dalla blueseggiante “The
Crying Machine” che ricorda certe solarità alla Santana,
dove rock e musica latina si sposano in modo assolutamente geniale,
per poi trasformarsi in un mix hendrixiano da cardiopalma, una cascata
di emozioni, poi ancora diventa una ballad romantica con duetto col
violino della brava Ann Marie Calhoun. “The Audience is Listening”
spinge ancora più sul blues, ma alla maniera spericolata di
Vai, i virtuosismi temerari del nostro si susseguono ad una velocità
disumana e brillano per inventiva. “The Murder” è
basata su sperimentazioni folli, che hanno sapore di elettronica,
a dimostrazione della versatilità di Steve, che riesce a stupire
anche in questi territori arditi. A seguire la cascata di note sciorinata
in “Juice”, altro che succo, questo è un vero concentrato!
“Whispering a Prayer” presenta ancora delle sperimentazioni
stavolta giocate più sul gusto, come sempre grandi assoli a
nastro. Il violino torna con tutta la sua forza in “Apples in
Paradise” e si resta incantati da tanto virtuosismo. Il batterista
Jeremy Colson ha il suo momento di gloria ne “Earthquake Sky”.
“Answers” ci mostra il lato migliore di Vai, quello più
energico e vitale, una forza della natura difficile da contenere.
Chiude l’emozionale “For the Love of God”, un brano
di rara ispirazione, che mostra un Vai più intimo, meno incline
ai virtuosismi spericolati, ma molto più comunicativo.
È sempre un gran piacere ascoltare Vai, un vero guitar hero,
come ce ne sono pochi. Ogni altra considerazione è puramente
superflua. GB
Altre recensioni: The Elusive Lignt vol1;
Mistery Tracks Archive vol.3;
Where
the Wild Things Are
Sito Web
|