Rock Impressions

Steve Vai - Where the Other Wild Things Are STEVE VAI - Where the Other Wild Things Are
Favoured Nations
Distribuzione italiana: Audioglobe
Genere: Virtuoso
Support: CD - 2010

Abbiamo ancora negli occhi lo spettacolare doppio dvd dal titolo Where the Wild Things Are, un titolo bellissimo, realizzato con una cura notevole e con un grande senso dello spettacolo, come saprete quel titolo era uscito in parte anche in cd, questo nuovo dischetto è il compendio del primo cd, quindi non si tratta di materiale nuovo, ma è la parte restante del concerto, che non era apparsa sul primo cd. Questa è un’operazione forse non proprio trasparente nei confronti dei fans, perché non realizzare un doppio cd? Visto che anche il dvd era doppio? Mah, misteri nei quali non sento il bisogno di addentrarmi, resta il fatto che il concerto di Minneapolis è stato davvero spettacolare ed è un bene che ve ne sia una testimonianza il più completa possibile.

Fatte queste doverose premesse non ci resta che tornare sulla musica di Steve, per la quale è difficile trovare parole nuove per descriverla, I dodici brani proposti in questo titolo sono tutti da gustare senza esclusioni, a partire dalla blueseggiante “The Crying Machine” che ricorda certe solarità alla Santana, dove rock e musica latina si sposano in modo assolutamente geniale, per poi trasformarsi in un mix hendrixiano da cardiopalma, una cascata di emozioni, poi ancora diventa una ballad romantica con duetto col violino della brava Ann Marie Calhoun. “The Audience is Listening” spinge ancora più sul blues, ma alla maniera spericolata di Vai, i virtuosismi temerari del nostro si susseguono ad una velocità disumana e brillano per inventiva. “The Murder” è basata su sperimentazioni folli, che hanno sapore di elettronica, a dimostrazione della versatilità di Steve, che riesce a stupire anche in questi territori arditi. A seguire la cascata di note sciorinata in “Juice”, altro che succo, questo è un vero concentrato! “Whispering a Prayer” presenta ancora delle sperimentazioni stavolta giocate più sul gusto, come sempre grandi assoli a nastro. Il violino torna con tutta la sua forza in “Apples in Paradise” e si resta incantati da tanto virtuosismo. Il batterista Jeremy Colson ha il suo momento di gloria ne “Earthquake Sky”. “Answers” ci mostra il lato migliore di Vai, quello più energico e vitale, una forza della natura difficile da contenere. Chiude l’emozionale “For the Love of God”, un brano di rara ispirazione, che mostra un Vai più intimo, meno incline ai virtuosismi spericolati, ma molto più comunicativo.

È sempre un gran piacere ascoltare Vai, un vero guitar hero, come ce ne sono pochi. Ogni altra considerazione è puramente superflua. GB


Altre recensioni: The Elusive Lignt vol1; Mistery Tracks Archive vol.3;
Where the Wild Things Are

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