Don Bosco è stato un prete di frontiera, di quelli che si sono rimboccati le maniche per fare chiesa in un modo nuovo e creativo, per evangelizzare nel modo più vero e vicino al modello originale e che per questo hanno lasciato un segno profondo. Nella Torino industriale del 1800, Don Bosco si è preoccupato dei figli degli emigrati per offrire loro un istruzione e quindi un futuro, togliendo spesso i ragazzi dalla strada e dal lavoro minorile. Non è un caso se il suo operato è arrivato fino ad oggi, che la Chiesa lo ha fatto santo e che troviamo degli artisti che si sono ispirati alla sua vita per farne un musical, per farlo conoscere anche a generazioni che non hanno avuto la possibilità di incontrarlo di persona, ma che molto probabilmente ne hanno sentito parlare almeno una volta. Vari autori si sono uniti per dar vita a questo musical, gli autori dei testi sono Renato Biagioli e Piero Castellacci, mentre le musche sono state composte principalmente da Achille Oliva e Alessandro Aliscioni, l’interprete principale invece è un volto noto della tv, Marcello Cirillo, che interpreta appunto il sacerdote diventato santo.

Il musical in se non presenta grosse novità stilistiche, si tratta di un’opera in linea con le principali produzioni teatrali di questo genere, musiche coinvolgenti adatte per essere rappresentate da un gruppo di ballerini, che fanno più da comparse e sottolineano i testi, che sono tutti incentrati ovviamente sulla figura di Don Bosco. A dire il vero mi aspettavo qualcosa di più coraggioso, che si rivolgesse ai più giovani, mentre le musiche che ho ascoltato nei ventuno brani che compongono questo cd sono per lo più indirizzate ad un pubblico non proprio giovanissimo, ma soprattutto sono rivolte ad una platea che già apprezza questo tipo di rappresentazioni (che hanno una lunghissima tradizione, si pensi al musical Forza Venite Gente, che, se non vado errando, ha già più di venti anni sulle spalle). L’unica concessione alla modernità è un brano rappato, ma che nel bilancio complessivo del cd pesa davvero poco. Buona l’interpretazione dei vari cantanti, del resto è un prodotto molto curato nei dettagli, per cui non mi sorprende trovare dei cantanti preparati.

Da un lato sono contento che la Faustini, promotrice del musical, e gli autori abbiano pensato di omaggiare una figura così significativa come quella di Don Bosco, però rimane il fatto che personalmente avrei voluto una maggiore audacia in sede compositiva, sono convinto che si possa e si debba osare di più, belli i testi, sicuramente belle le coreografie, ma a livello prettamente musicale, che è quello che più mi compete, il giudizio rimane sospeso. Comunque sia il pubblico che ama questo tipo di rappresentazioni sicuramente non resterà deluso e la visione dello spettacolo dal vivo è sicuramente la dimensione più adatta per godere di quest'opera meritevole. GB

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