Il
prog giapponese è un fenomeno molto particolare nel variegato
mondo della musica, basta pensare che la scena nipponica negli ultimi
venticinque anni è stata una delle più vitali.
Il gruppo che incontriamo in questa recensione ha inciso un primo
disco nel '96, due anni dopo ha pubblicato il secondo con la Musea
e, dopo una pausa di sei anni, eccoli tornare oggi con un nuovo disco.
Il gusto sinfonico della band è rimasto inalterato nel tempo,
ritroviamo le geometrie ardite delle ritmiche e il grande senso della
melodia, il cantato in lingua madre della delicata Tamami Yamamoto
è meno ostico che in altri casi e devo dire che più
ascolto prog giapponese e più mi abituo al loro modo di cantare.
I brani sono notevoli, crescono ascolto dopo ascolto e, data la loro
varietà, riservano sempre qualche sfumatura inedita. I singoli
titoli non sono importanti, si tratta di otto tracce piuttosto lunghe
e complesse per una durata totale di quasi settanta minuti di prog
dinamico e ricco di cambi di tempo e d'atmosfera, con ottimi duetti
fra le tastiere e la chitarra e una sezione ritmica vivace che trascina
l'ascoltatore.
I Wappa Gappa hanno un nome bizzarro, ma quando suonano fanno sparire
ogni sorrisetto e lasciano un senso di soddisfazione, la loro musica
è prog di grande qualità. GB
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