Adran Weiss è il chitarrista della Metal band tedesca Gloryful
ed “Easy Game” è il secondo album solista dopo
“Big Time” del 2011. Nasce in Germania e comincia a studiare
la chitarra all’età di 15 anni, così nel tempo
suona con diverse band Metal Prog come Thought Sphere e Forces At
Work oltre che collaborare con Victor Smolskis (Rage) nel 2003.
Non nascondo che vedendo la copertina di “Easy Game” ad
opera di Björn Gooßes ho avuto un bel presentimento, sai
quelle copertine particolareggiate che fanno del mondo Prog (soprattutto
New Prog) un posto fantastico dove perdersi con la fantasia…
ebbene, pur trattandosi di Metal Prog, e quindi ricerca e tecnica
ma anche distorsioni, sicuramente è musica da godere e le immagini
effettivamente non mentono.
Il chitarrista nel disco si coadiuva della partecipazione di Lars
Zenner alla batteria, e Marcel Willnat al basso, ma gli special guest
non finiscono qui, in diverse canzoni compaiono anche altri musicisti
come Demian Heuke, Manuel Franken, Jens Basten, Vito Papotto, Thorsten
Praest o Christian Muenzner. L’artwork interno ha anche un'altra
peculiarità, di questi tempi sempre poco sfruttata, ossia la
completa descrizione dei brani, di chi vi partecipa, cosa significano
e come nascono.
Per venire alla musica, inizio con il dire che la produzione sonora
è più che sufficiente, in alcuni momenti anche ottima.
Si comincia con “Awkward Silence” e la tecnica a cui mi
riferivo prima fuoriesce nello stile inconfondibile di Weiss attraverso
lo Slapping. Le dita scorrono a tratti veloci, sciolinando assolo
che non si discostano dal gusto melodico dando spazio anche a riff
potenti e facilmente memorizzabili.
“Instant Relief” è un brano scritto per l’album
d’esordio “Big Time” ma non più adoperato.
Qui rivisto e corretto, molto gradevole e diretto, senza troppi fronzoli.
Il ritmo muta con “Aim To Please”, si va nell’ambito
più Blues e comunque nel percorso sonoro di “Easy Game”
composto da 12 tracce, il chitarrista va a toccare diversi stili,
fra i quali si evincono oltre i nominati anche la Fusion e la World.
“Immediate Measures” è melodico ed allo stesso
tempo molto Hard con una buona sezione ritmica alle spalle. Certamente
un pezzo che piace ai fans di Dream Theater e compagnia bella.
“The Last Days” è una power ballad, di facile presa
e comunque uno dei pezzi più interessanti del disco. Quasi
una colonna sonora “Hacienda” che sembra uscire da un
film di Tarantino. L’Egitto invece fuoriesce nello stile inconfondibile
di “Camel’s Dance”, anche il titolo non lascia dubbi.
Tuttavia il brano che prediligo, e forse non è un caso, è
proprio la title track “Easy Game”. Qui la chitarra non
ha fretta e si dedica a descrivere melodie accattivanti, anche se
la tecnica è sempre in cattedra. Il Weiss più ricercato
lo si trova in “Night Owl” e forse qui il termine Prog
fa capolino maggiormente. Chiude “Offbeat Frankenstein”,
nuovamente un punto alto per emotività.
Questo secondo disco di Adrian Weiss è un esempio di come si
può fare musica esclusivamente strumentale senza essere ne
pesanti e neppure ripetitivi. Un giusto equilibrio di fattori che
fanno di Weiss un artista maturo e consapevole. A molti musicisti
di oggi manca questa consapevolezza, ma essa non viene da sola, serve
gavetta… molta gavetta. MS
|