Il sodalizio tra Thomas Hand Chaste (Andrea Vianelli) e Alex Scardavian
continua con questo secondo intrigante capitolo. Ricordo con piacere
il debutto, un must per tutti gli amanti del dark rock. Si può
tranquillamente affermare che questo progetto ha preso il posto lasciato
vacante da Paolo Catena, che oggi con i suoi Quadri Musicali si è
fatto molto più sperimentale e meno dark. Welcome mi aveva
impressionato per efficacia, ma già Vianelli aveva colpito
nel segno con tanti progetti, da quello solista in poi, mentre Alex
ha prodotto degli ottimi dischi col nome Strange Here.
Questo nuovo album in ogni caso rappresenta una nuova tappa nel pellegrinaggio
terreno sulle note sepolcrali della musica più oscura. L'asticella
viene nuovamente elevata e già l'intro iniziale, Mater Tenebrarum
composto da Marco Grosso, ci cala in un mood orrorifico decisamente
efficace. Wait For The Pain attacca con un riff mefistofelico, doom
evocativo di assoluta oscurità. No Sun City rappresenta un'ulteriore
discesa verso un inferno esistenziale, posto di incubi difficili da
confessare e la musica diventa il posto dove incatenarli per poterli
superare. Il fascino per la musica sacra viene catturato dall'organo
in Longway Home, solenne incipit per una furiosa scorribanda metal
che porta il doom ad un nuovo livello, brano psichedelico e visionario
che segna un vertice del disco. Quando si pensa di aver toccato il
fondo ecco che arriva un brano come Anima e la discesa continua. Heaven
Side dovrebbe rappresentare un momento di speranza? No, perché
ci troviamo sommersi da un metal acido ancora una volta capace di
calarci in un potente vortice discendente. In Schizophrenic II, che
rimanda ai primi DSS, ritroviamo Gilas alla voce, è il pezzo
più metal del disco, rimanda ad atmosfere primi ottanta che
ricordano anche gli Angelwitch. Chiude la title track, che ricorda
molto il chitarrismo di Catena, come un anello che si chiude, tra
passato e presente, marcando con orgoglio una continuità artistica
marchiata a fuoco.
Se amate il dark metal in questo disco trovate una delle sue massime
espressioni. La via italiana per questo genere è sempre stata
all’avanguardia e continua ad esserlo. GB
Altre recensioni: Welcome
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