La vita di cover band è fatta di alti e bassi, generalmente
si fa questa scelta quando si è amanti di un certo tipo di
musica e si ha una gran voglia di suonarla in giro. Infatti in Italia
si ha molta richiesta nei locali di questo tipo di band, in quanto
sicure specchio delle allodole per molti usufruitori. Chi ha invece
un suo bagaglio personale , trova più fatica ad emergere o
perlomeno ad essere chiamato per qualche serata dal vivo, linfa per
chi vuole fare qualcosa con la musica. Ma essere cover band nel 99%
dei casi è un arma a doppio taglio.
I Wit Matrix sono veneti e sono la cover band dei Pink Floyd, secondo
chi scrive la band più imitata al mondo nella storia del Rock
assieme ai Beatles. Chi ripropone oggi la musica di Gilmour e soci
sa benissimo a cosa va incontro, i fans di questa band sono feroci
critici ed abituati non solo ad una musica suntuosa e complessa, ma
bensì anche all’immagine.
Assistere ad un concerto dei Pink Floyd è un trip completo,
dove non si capisce se è meglio ciò che si vede o ciò
che si ascolta! Con questo voglio dire che si rischia semplicemente
una figura ridicola, o perlomeno servono dei mezzi economici abbastanza
elevati per poter dare uno spettacolo verosimile all’originale.
Ma come si fa nel riuscire nell’impresa senza cadere nel ridicolo?
Semplice, basta fare come hanno fatto i Wit Matrix, entrare prima
di tutto in perfetta sintonia con la musica dei Floyd, avere una personalità
che fa si di non scimmiottare i punti di riferimento, in quanto si
rischia solo che la magra figura e soprattutto la cura dei particolari,
in quanto un attento fans di una band è pronto a colpirti.
Non nascondo la mia grande sorpresa alla visione di questo concerto
dal vivo registrato al Teatro Nuovo di Ferrara , una vera e propria
Opera Rock.
Il palco è il sunto della carriera dei Pink Floyd ed ha tutto,
dal cerchio centrale con tanto di immagini che accompagnano tutto
il concerto, al muro di “The Wall” , compreso un buon
numero di luci e laser. Il DVD si presenta frizzante, professionale
come neppure molte band blasonate e ben prodotte riescono a fare.
Le immagini di supporto si alternano a quelle dello spettacolo in
un perfetto connubio, e qui mi riallaccio al discorso precedente dei
particolari.
Nel primo DVD c’è il sunto di “The Wall”,
Mirko Zanotto ben si destreggia nel personaggio di Pink e non solo
vocalmente. Il lavoro dei due chitarristi Paolo Magaraggia e Francesco
Fiorese è quantomeno chirurgico e di presenza. Qui il fans
dei Floyd resterà assolutamente a bocca aperta, specie all’ingresso
dei bambini nella mitica “Another Brick In The Wall Pt.2”
a fare da coro nel ritornello. Ottimo il lavoro vocale e coreografico
delle coriste e bello anche l’uso della ballerina in un contesto
di musica e luci che ti attanagliano dal primo all’ultimo minuto.
La batteria di Ivan Franchetto è spesso meglio dell’originale
e poi gli interventi di Beppe Corazza al sax sono la ciliegina sulla
torta. Bravi anche Claudio Palliati al basso e Sandro Benetti alle
tastiere. Una sorpresa che non si esaurisce, in quanto la vera sfida
per una cover band dei Pink Floyd secondo me è ascoltarla nel
repertorio più difficile, quello degli anni ’70. Il DVD
2 non solo mi toglie ogni dubbio, ma addirittura riesce a commuovermi!
Sfido chiunque a fare una versione live di “Echoes” in
questa maniera. C’è “One Of This Days” con
tanto di maiale sopra il palco con gli occhi illuminati! Ragazzi….
Qui si va oltre ai particolari ed il fans dei Floyd a questo punto
è del tutto conquistato. E’ poi semplice oggi suonare
un brano come “Set The Control For The Heart Of The Sun”
senza cadere nel ridicolo? E invece i Wit Matrix spaccano e di brutto!
E’ poi la volta dell’immancabile “The Dark Side
Of The Moon” dove il top viene raggiunto dalle coriste Serena
Pasinato, Antonia Pia e Rossana Carraro in “The Great Gig In
The Sky”, brano cult della band. Qui l’emozione sale a
mille, e una lacrima scende. Torna la ballerina Erica Pianezzola in
“Money”, ma il top del concerto viene raggiunto con il
clamoroso bis composto da “ Shine On You Crazy Diamond”
, “Wish You Were Here”, “Confortably Numb”
e “Run Like Hell”. Connubio spettacolare di luci, musica
potente, immagini insomma un risultato che assolutamente farebbe applaudire
i Pink Flyod stessi.
I Wit Matrix hanno capito l’essenza vera dei Pink Floyd, il
loro connubio, per questo sono grandi ed hanno in mano la facoltà
e l’orgoglio di poter andare in giro a suonare la loro musica,
in quanto sono portatori sani di forti emozioni e quando la musica
fa questo ha semplicemente raggiunto il proprio scopo. Giù
il cappello! MS
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