Il batterista e programmer Matt Irvin insieme alla violinista Hannah
Murray nel 2008 lasciano gli A Whisper in the Noise per dar vita al
presente progetto, che ha visto la luce nel 2010. Si sono uniti a
loro Isaac Everhart, che diventerà uno dei motori compositivi
del progetto, Dustin Marks e la moglie di Matt, Meghan. Il desiderio
del gruppo era di produrre un pop sperimentale e minimalista, con
accenni di musica neo classica e di glitch, ovvero musica elettronica
basata su “errori” controllati. Provate ad immaginare
il minimalismo del recente pop inglese contaminato da suoni elettronici
sperimentali.
Il primo brano è “Toast to Famines”, una piece
lenta e decadente, ci sono molti rumori di sottofondo, quasi fosse
un vecchio disco in vinile che “gratta”, il cantato è
elegantemente malinconico, senza dubbio c’è molta personalità.
“Teethy” è più facile, c’è
un bel ritmo di batteria, che accompagna l’ascolto, la linea
melodica del cantato è sempre altamente malinconica, ma il
ritmo sostenuto ne fanno un brano più accessibile, non manca
comunque il carattere sperimentale del progetto. “Langvage”
è più ostica, suoni tirati fanno da sfondo ad un cantato
molto lento, poi pian piano entra una bella melodia e tutto prende
forma come se uscisse dalla nebbia, rimane comunque una piece che
mette alla prova l’ascoltatore. “Lazarvs and Dives”
è uno dei momenti più felici del disco, dove le sperimentazioni
si mescolano a diverse linee melodiche finalmente penetranti, ne esce
una composizione felicemente solare, nonostante non manchino tonalità
di fondo piuttosto tristi. “Come, Join the Sea” è
una specie di ninna nanna cantilenante, emerge ancora l’eleganza
di questi artisti, che non rinunciano mai ad un’estetica classicheggiante.
“Attrition” sembra quasi un brano decostruzionista, con
una bella melodia di fondo e tanti rumori sperimentali sovrapposti.
Quasi sulla stessa linea “The Day Bvrnt to Death”, che
però è dominate da un romanticismo struggente. Piace
il pop minimalista di “Widows”, più leggera degli
altri brani, ma sempre in bilico tra eleganza e voglia di provare
nuove soluzioni. “Tongve of Callvs” è l’ultima
canzone che possiede una linea riconoscibile, prima della finale “Slvmber’s
Edit”, che invece è pura sperimentazione.
Gli sperimentatori non hanno mai avuto vita facile e non sempre le
sperimentazioni hanno ripagato degli sforzi gli artisti, però
sono sempre state molto utili, una sfida che ha sempre portato a delle
evoluzioni in tutti i campi artistici. Difficile prevedere dove possa
portare la strada intrapresa da questi artisti, che dopo questo disco
sembrano essere spariti, ma alcune cose prodotte potrebbero lasciare
il segno. GB
|