Abbiamo
incontrato i nipponici Zettaimu in occasione del loro album uscito
nel 2003. Le caratteristiche originali del gruppo sono rimaste inalterate,
si tratta ancora di un mix di dark wave, prog, jazz e musiche tradizionali
giapponesi. Ovviamente parliamo di un sound estremamente personale
quanto inedito.
Il gruppo nasce su impulso del chitarrista Hisashi Furue, che ha fondato
il gruppo nella prima metà degli anni ’80, il primo album
“My Grandma Says…” arriva nell’89, questo
nuovo è il quarto prodotto, quindi non si tratta certo di una
band molto prolifica, ma ogni uscita è stata accolta con interesse
dalla critica (anche se ho trovato qualche parere discordante). Ma
al di la di queste che sono solo curiosità, gli Zettaimu sono
un gruppo che ama sperimentare con la musica, che non si ferma a scopiazzare
i propri miti, anche se delle influenze sono piuttosto ben riconoscibili,
come Cure, Nick Cave e King Crimson.
Un disco che per il suo coraggio e per la sua vena anticommerciale
si pone ai margini di un mercato difficile da conquistare, ma che
rappresenta una vera ventata di freschezza e di passione musicale.
Titoli come “Jennifer” o la seguente “Sharan”
sono piccoli gioielli che vi invito a cercare di scoprire senza pregiudizi
e con il desiderio di lasciarvi trasportare dalle emozioni, gli Zettaimu
ne regalano molte. GB
Altre recensioni: Miroque
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