Gli
americani Agalloch sono uno di quei gruppi di transizione che amano
sperimentare generi musicali molto lontani fra loro e che riescono
quindi a creare delle soluzioni artistiche molto originali, ma lontane
da classifiche e pruriti commerciali. Il primo album Pale Folklore
è uscito nel ’99, il secondo The Mantle nel ’02
nel mezzo hanno pubblicato quattro Ep.
Questo nuovo lavoro si discosta dal precedente che era più
orientato verso il folk apocalittico, questo nuovo invece ripesca
influenze più death metal inserite in uno struggente contesto
dark prog di grande spessore, ottimo esempio ne è l’introduttiva
“Limbs”, uno strumentale evocativo e malinconico molto
psichedelico con un solido tessuto metal e delle tastiere oniriche
di grande effetto. Il death metal emerge meglio nel secondo brano
“Falling Snow” che propone anche il tipico cantato gutturale
che in questo contesto assume una carica suggestiva tutta nuova, bellissimo
il crescendo finale. Brani dilatati e ipnotici che giocano a mescolare
umori ancestrali a tensioni moderne, per denunciare la lotta che il
vecchio mondo naturale deve combattere con lo strapotere dell’uomo
moderno e tecnologico, che cerca in continuazione di alterarlo violentando
la natura. Ecco allora arrivare il disperato lamento di “This
White Mountain On Which You Will Die”, seguito dal folk apocalittico
di grande spessore figlio di Sol Invictus e Current 93 di “Fire
Above, Ice Below”. Si prosegue con “Not Unlike the Waves”
e siamo ancora in un contesto sperimentale che mischia metal estremo
ad armonie folk naturaliste, forza e poesia sono in lotta, chi vincerà?
La chiusura è affidata a “Our Fortress Is Burning”,
una specie di suite di tre brani e ci presenta l’aspetto più
sperimentale del gruppo che cammina verso nuove frontiere sonore e
verso nuove sfide, in particolare l’ultima delle tre è
una sperimentazione rumorista.
Gli Agalloch sono un grande gruppo che merita tutta la nostra attenzione
e che di sicuro aprirà nuove strade espressive che probabilmente
verranno battute da molti seguaci. GB
Altre recensioni: Ashes Against the Grain
Interviste: 2006
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