Prosegue nel territorio italico, la passione per questo genere di
nicchia che viene chiamato Progressive Italiano. Il suo nome fa venire
alla mente le gesta di band come PFM, Banco Del Mutuo Soccorso, Orme
etc. etc., ma nelle sue fila esso raccoglie anche centinaia di band
mordi e fuggi, ossia da un disco (raro) e via. Musica sperimentale,
che spesso va oltre le influenze jazz, sinfoniche o psichedeliche.
I classici nomi sono gli Alphataurus o i Balletto di Bronzo, gli Hard
Prog Biglietto Per L’Inferno, i Rovescio Della Medaglia e via
fino ad arrivare ai più sperimentali Dedalus. Ce n’è
davvero per tutti i gusti e soprattutto per la gioia e l’impazzimento
del collezionista. E la passione per questa musica non si è
mai sopita nel tempo, le nuove generazioni hanno assimilato la lezione
delle band di culto ed hanno fatto proprio questo bagaglio culturale,
rimodernandolo con le nuove sonorità. Un esempio sono i Marchigiani
Altare Thotemico.
In questo ottimo album di esordio si miscelano numerose sonorità,
pur sempre legate al filo vintage, ecco dunque spuntare il flauto
di Leonardo Caligiuri che non può fare a meno di richiamare
i partenopei Osanna, o i giri di basso di Valerio Venturi molto vicini
a quelli di Ares Tavolazzi degli Area, il tutto supportato dall’ottimo
lavoro alla batteria da parte di Davide Zannotti. Enrico Scaccaglia
suona la chitarra e si adegua a tutte le situazioni, siano esse più
ricercate che semplici, mentre lo sforzo creativo più impegnato
viene svolto da Gianni Venturi alla voce. Il suo modo di cantare non
è canonico, bensì va a pescare nel calderone della sperimentazione
e non nascondo che spesso mi fa tornare alla mente la band Quintorigo.
Prova di grande personalità. Di conseguenza, importanza anche
ai testi, non banali, a tratti ironici e beffeggianti, il tutto sorretto
da un buon artwork con tanto di testi e foto all’interno curato
da Domizia Parri.
Non c’è una suite come ci si potrebbe attendere da una
band che segue questo tipo di percorso sonoro, tuttavia i brani si
mantengono quasi tutti sui sette minuti.
Ascoltare il disco è come fare un balzo temporale negli anni
di Villa Pamphili, fra i trilli del flauto e gli arpeggi di chitarra
in “Il Canto Che Sprofonda”. La band è consapevole
dei propri mezzi, è sicura di se stessa e sa cosa vuole. Il
ruolo delle tastiere suonate da Caliguri è quello di dare profondità
al suono e quando emergono i brevi assolo, sono sempre brividi sulla
pelle per chi ama questo tipo di sonorità e la PFM. Divertente,
scanzonata , a tratti funky è “ L’Interessante
Vita Del Topo” con massicci riferimenti tastieristici agli Area
, oltre che per il cantato. Qui c’è l’anima di
questa band, mi sento di inserirla in questo contesto, in quanto racchiude
tutto ciò che ho descritto sino ad ora. C’è anche
il brano che possiamo definire il singolo del disco ossia “Demon”,
trascinante, cadenzato, diretto, un momento alto di Hard Prog come
mai ultimamente mi è accaduto di ascoltare. Gianni Venturi
sperimenta soluzioni vocali in “Computer Organico”, brano
davvero impegnativo, il tutto su un sottofondo dal profumo psichedelico,
musica profonda in un crescendo emotivo coinvolgente. L’inizio
de “L’addormentato” è molto Porcupine Tree
style, per poi lanciarsi nei refrain classici delle band italiane
anni ’70. Non manca l’attimo più delicato, per
un momento di meditazione più profonda, supportata da melodie
ariose, questo si intitola “Suite Per Marianna”.
“Oltre” chiude il disco in maniera esemplare, con l’ennesima
prova vocale superlativa e recitativa. Questo perché gli Altare
Thotemico, malgrado tutti i punti di riferimento da me segnalativi,
sono una band profonda dalla spiccata personalità. Un disco
che vi farà pensare e vi convincerà che la voce è
uno strumento e che il Progressive italiano è duro a morire,
alla faccia di chi dice che è morto! Debutto con i fiocchi.
MS
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