Bisogna
innanzi tutto lodare il Comune di Mantova e l’Associazione Culturale
Apeiron per aver compiuto il miracolo di aver portato il quartetto
svedese in Italia. L’occasione è davvero ghiotta per
gli amanti della musica progressiva, perché gli Anekdoten sono
un gruppo formidabile che ha alle spalle due CD divenuti dei veri
classici del prog.
L’unica nota negativa è che la band, insieme agli strumenti,
si è portata anche un freddo nordico bestiale che ha non poco
intirizzito il pubblico presente. Nella platea si coglie un’atmosfera
carica di stupore e di emozionante tensione, che si scioglie solo
con l’inizio dello spettacolo.
Nella scaletta troviamo proposto quasi interamente il nuovo CD, che
viene venduto in anteprima assoluta proprio in questa occasione, per
cui è difficile commentare dei pezzi che si imparerà
a conoscere solo in seguito, ma nondimeno il coinvolgimento è
totale. Si passa da momenti psycho-hard quasi esoterici e melliflui
a progressioni metalliche impressionanti. Non si può non apprezzare
la carica maestosa e coinvolgente delle lunghe suites proposte, nell’ora
e mezza di concerto verranno suonati solo undici brani bis inclusi.
L’unica pecca attribuibile al gruppo è di costruire le
canzoni in modo molto simile alternando in modo un po’ ripetitivo,
ma con consumata sapienza e maestria, momenti onirici e riflessivi
a sfuriate metalliche pulsanti ed avvolgenti.
La sezione ritmica del gruppo è shockante e appanna le figure
del chitarrista e della tastierista e violoncellista, quest’ultima
in effetti si sente poco, probabilmente penalizzata da un missaggio
sfavorevole, che nega la possibilità di far apprezzare il suo
contributo al sound del gruppo, mentre il chitarrista si limita a
creare un tappeto sonoro e a ricamare fraseggi ritmici senza calcare
la mano in assoli o virtuosismi fine a se stessi e troppo spesso inflazionati
nel genere prog. Comunque la mente degli Anekdoten sembra proprio
essere il bassista che per tutta la serata non si risparmia sfoderando
un’eccezionale padronanza dello strumento. Il batterista, dal
canto suo, si esibisce in un drumming raffinato e potente, ricco di
fantasia, degno compendio al sound della band.
Citare dei brani in particolare è riduttivo perché un
concerto come questo va preso nel suo insieme e posso davvero dire
di aver vissuto un’esperienza indimenticabile confermata anche
dagli applausi dei presenti che sembrano non avere mai fine. I quattro
di Stoccolma sono stati così entusiasti del calore dimostrato
dal pubblico, che alla fine dello spettacolo si sono soffermati per
molto tempo con tutti i presenti per rispondere alle domande e per
firmare gli autografi di rito. The very best concert of the year!!!
GB
Recensioni: From Within; Gravity
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