Gli
Ange sono un gruppo prog da culto nato nei lontani anni settanta,
uno dei più importanti e di sicuro uno dei più significativi
di terra francese, ma il loro status è confortato da un seguito
maniacale che ha fatto lievitare il valore dei loro dischi sul mercato
da collezione fino a prezzi ingiustificati.
La loro musica è un prog settantiano pomposo ed epico con un
cantato teatrale in lingua francese, che spesso è più
racconto che bel canto. Questo disco presenta una esibizione dell'87
con un gruppo maturo, ma ancora in possesso di una grande voglia di
fare musica.
Gli Ange sono sicuramente originali, ma se si conoscono i grandi classici
del prog non si sente l'esigenza di approfondire oltre la conoscenza
di questo vanto di Francia, la loro musica è una via di mezzo
fra le tensioni neoclassiche degli ELP e la teatralità dei
Genesis con tinte hard rock.
Fin dall'iniziale "Aujour'hui c'est la fete chez l'apprenti sorcier"
si possono gustare le peculiarità di questi folli menestrelli
e sorridere di certe ingenuità come nel finale. Le tastiere
di "Exode" esplodono nel loro neoclassicismo trionfale,
quasi liturgico, poi la sezione cantata fa calare terribilmente la
tensione del brano che si salva per le belle parti ritmiche. "Le
longues nuits d'Isaac" è un brano oscuro con un buon riff
di chitarra distorta che duetta con le tastiere, il primo brano convincente,
la band ha classe e si sente, ma ancora non decolla. Si sente che
i brani dal vivo perdono molta della loro atmosfera. Molto ispirata
è "Sur la trace des Fées" dove anche il cantato
si fa apprezzare e la musica è finalmente coinvolgente. La
prorompente teatralità di "Le nain de Stanislas"
risulta invece indigesta anche se il tappeto di tastiere è
assolutamente irresistibile. Ancora scintille con "Tout feu tout
flamme" sorretta da melodie piacevoli. In chiusura la suite "Hymne
a la vie" suggella un live che celebra una band senza dubbio
interessante, ma che non poteva ottenere più di quanto ha raccolto.
GB
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