Ammetto le mie colpe e dichiaro pubblicamente di non conoscere i precedenti
albums dei danesi Anubis Gate che, con "Horizons", tagliano
il traguardo del sesto capitolo discografico che vede due nuovi innesti,
ovvero Michael Bodin (ch - Third Eye) al posto di Jesper M Jensen,
e Morten Gade Sørensen (bt - Pyramaze, Wuthering Heights) in
sostituzione del quasi omonimo Morten Sørensen.
Pur se attiva dal 2001, la band sinora non è riuscita a farsi
conoscere da un pubblico più ampio come successo ai suoi ideali
competitors Dream Theater, Vanden Plas, Threshold, Circus Maximus
e Seventh Wonder, ma le cose potrebbero migliorare con queste dieci
nuove canzoni di progressive metal costruite sempre con un buon livello
di melodia.
L'opener "Destined To Remember" è un'ottimo inizio
con un sapiente dosaggio di melodia, potenza espressiva e malinconica
epicità che avvolgono il fortunato ascoltatore lungo i suoi
sei minuti di durata, mentre la successiva "Never Like This (A
Dream)" mostra un songwriting più evoluto e complesso
senza perdersi in sterili esibizionismi, così come mi sono
piaciute le alternanze fra serrati fraseggi metal e stacchi dal sapore
più tipicamente progressive, il tutto condito da una porzione
strumentale centrale misteriosa ed oscura nella quale un assolo di
chitarra acustica si erge con sentita partecipazione.
Anche "Airways", con quelle costruzioni orientaleggianti
dal vago sapore Zeppeliniano incastonate in un ambiente che può
evocare qualcosa dei Threshold e dei Magellan, ha un suo fascino magnetico
con quella potenza trattenuta, potenza che viene liberata in "Revolution
Come Undone", maiuscola prova di forza senza che gli Anubis Gate
rinuncino ad improvvisi e brevi cambi di scenario per rendere meno
prevedibile il suo sviluppo.
Ma uno dei migliori brani del cd è "Breach Of Faith",
sette minuti di goduria prog-metal derivante da un songwriting attento
e vario eseguito senza alcuna incertezza da musicisti estremamente
preparati. La titletrack è forse il momento più orecchiabile
del disco (ma restiamo in ambito metal e sinfonico) e ci prepara al
tour-de-force di "A Dream Within A Dream", quattordici minuti
dediti ad offrire un ampio caleidoscopio sonoro di emozioni e atmosfere
che ci fanno capire quanto siano sottovalutati gli Anubis Gate, bravissimi
nel costruire passo dopo passo un brano che mantiene alta l'attenzione.
Avrei visto bene questo brano come momento di chiusura del cd, compito
invece affidata ad "Erasure", più incline ad esplorare
il lato acustico e malinconicamente intimo della band.
Dopo tanti anni è davvero giunto il momento per gli Anubis
Gate di spiccare il volo verso la più ampia notorietà,
non facciamo mancare il nostro supporto! ABe
Altre recensioni: A Perfect Forever;
Andromeda Unchined; Anubis
Gate
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