Rock Impressions

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Arti & Mestieri - Universi Paralleli ARTI & MESTIERI - Universi Paralleli
Sfera Entertainement / Sony / Cramps
Distribuzione italiana: si
Genere: Prog
Support: CD - 2015


Tutti gli esperti di musica sanno che gli A&M, la band formata dal batterista Furio Chirico e dal chitarrista e produttore Gigi Venegoni, sono uno dei gruppi più importanti del prog e che l’album Tilt (74) e un Giro di Valzer Per Domani (75) sono due classici senza tempo. Non si sono mai sciolti anche se negli anni hanno prodotto pochi lavori. Oggi vogliono celebrare il quarantennale con un’opera rock degna del loro glorioso passato, come dichiarano loro stessi: “il Tilt del ventunesimo secolo”. E da notare che per l’occasione la Sony ha riportato in vita la storica Cramps.

Il primo brano “Alter Ego” è uno strumentale di prog ultra classico, con un violino che duetta con le tastiere e la chitarra, la band è in formissima e il sound è cristallino, la produzione risulta molto curata, una gioia per le orecchie. Che dire poi della sezione ritmica? Chirico alla batteria è una macchina da guerra e il basso di Roberto Puggioni spinge forte. Nella seconda parte del brano spicca poi un assolo di chitarra da paura, Venegoni ci regala grandi emozioni. In “Dune” troviamo il contributo del sassofonista Mel Collins (King Crimson) e sono brividi grossi. Il brano, sempre strumentale, è più tormentato del precedente, c’è molta tensione drammatica. Mi piace parecchio. Ci sono stacchi e cambi di ritmo da saltare sulle sedie. “Pacha Mama” è il primo brano cantato, le melodie sono incantevoli, ritroviamo Mel al flauto. Momenti di grande poesia. Anche “L’Ultimo Imperatore” è cantata. E ancora colpisce la bellezza delle melodie. I testi, un po’ ermetici, vogliono spiegare il concept, che è indicato nel titolo dell’album. Si chiamano in causa il percepito e il non percepibile, il paranormale, la profondità della psiche e gli scherzi della mente, cosa è reale e cosa irreale.

Con “Finisterre” si torna alla musica strumentale, ancora una volta è un brano ricco di sfaccettature, come si conviene al miglior prog, nervoso e complesso, con passaggi e virtuosismi che svelano tutta la propria ricchezza solo dopo ripetuti ascolti. Nel brano “Restare Immobile” troviamo il contributo di Arturo Vitale, membro storico del gruppo. Non siamo ancora a metà del disco e già la sensazione è di grande pienezza. Ogni brano continua il percorso mantenendo il disco sempre su ottimi livelli. Non c’è un cedimento e anche se siamo in un contesto puramente prog, non suona mai come datato. L’impegno compositivo ha dato ottimi frutti e il piacere dell’ascolto è sempre in primo piano. Anche nei momenti dove viene dato più spazio alla bravura, troviamo sempre una dose di gusto, che salva il tutto. Così ad esempio in “Comunicazione Primordiale”, che è un assolo di batteria, ma che belle soluzioni. In chiusura la bonus track “Nato” a cui partecipa il grande Lino Vairetti (Osanna) e scorrono ancora grandi emozioni.

Non mi piace pensare a questo disco come un nuovo Tilt, però le origini sono importanti, sono un’identità che va rispettata e questo disco non solo rispetta il passato, ma rilancia la band verso un futuro, che sembra ancora pieno di nuove sorprese. GB

Altre recensioni: Tilt; Live in Japan

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