Il movimento Progressivo italiano sta vivendo un buon momento di germogliazione.
Fra reunion di band dei tempi che furono, alle nuove leve (sempre
più interessate a fare un genere che si basa molto più
sulla mente più che non sul corpo), c’è tutto
un fiorire alquanto intenso. In questo caso, siamo al cospetto di
un nome che non suona nuovo a chi di questo genere ne fa un uso quotidiano,
Paolo Baltaro è il tastierista cantante degli alessandrini
Arcansiel. Custodisco ancora oggi con gelosia il loro primo lavoro
“Four Daisies” del 1988 e di acqua sotto i ponti ne è
passata davvero tanta. Baltaro non era nella band, si è aggiunto
subito dopo, ma ha preso ottimamente il timone della nave, rendendosi
autore di buoni dischi nel tempo. Ma questo “Low Fare Flight
To The Earth” è il disco di debutto solista. Quindi è
chiaro che stiamo parlando di un artista che conosce il fatto suo,
l’esperienza accumulata negli anni è utile per fare si
che ne venga fuori un lavoro davvero professionale. La casa discografica
francese Musea ci punta e addirittura mette in circolazione anche
la versione in vinile. Di questo ultimamente ne stiamo vedendo un
cospicuo ritorno, anche confortato dalle ottime vendite nel mondo.
Un ritorno al vinile e alla sostanza, che finalmente la musica stia
riprendendo il vero significato di arte? Baltaro contribuisce al rilancio
e ci propone un buon artwork.
Altra considerazione dalla quale non posso fare a meno di esimermi,
ho assistito in questi ultimi anni ad un nutritissimo nugolo di artisti
che hanno sposato alcune soluzioni che Steven Wilson ha proferito
per anni assieme ai suoi Porcupine Tree e questo mi fa anche piacere,
visto la qualità dei suoi prodotti.
“Good Care” apre il disco e si presenta proprio così,
uno stupendo pezzo Rock a cavallo con la Psichedelia ed un piccolo
tocco alla RPWL, altra band tedesca che ha saputo fare dei Pink Floyd
una vera bandiera. “Sunny Days” è altrettanto commerciale
e ancora più Rock, con una melodia gradevolissima, una ricerca
sonora ridotta al lumicino a favore dell’anima, a volte questo
modo di fare porta a creare anche dei buonissimi dischi. Perché
Progressive non è per forza fare sempre sperimentazione estrema
oppure sfoderare tecnica asfissiante, a volte basta lasciare andare
il cuore. Questo è quello che accade anche in “I’m
Checking Out”, assieme alle coralità di Barbara Rubin
e di Liana Attimonelli. Lascia stesi anche l’assolo di chitarra
che consiglio a tutti gli amanti dei Pink Floyd ed affini. Chiude
il lato A del vinile (che bello, era tanto che non lo dicevo!) la
spensierata “Nowhere Street”. Si ricomincia con “Manchester”
e ancora una volta incontro le sonorità che più amo,
quelle dei Porcupine Tree, ma attenzione, non quelli psichedelici
ed estremi, ma quelli più delicati e commerciali. Invece il
ritornello è ancora una volta stile RPWL. Paolo ha un enorme
pregio, quello di aver assorbito queste soluzioni ed averle fatte
sue con buona personalità e quel tocco che solo i nostri artisti
italiani hanno, ossia il caldo dell’anima mediterranea. Alza
il tiro ed il volume “You’ll Never Die On Me” ,
uno dei pezzi più interessanti del disco, qui l’artista
si libera a pieno e da sfogo a tutta la sua musicalità. Rock
di grande fattura. “Low Fare Flight To The Earth” è
la title track e rappresenta al meglio l’universo di Baltaro,
in essa ci sono racchiuse tutte quelle soluzioni che hanno dato vita
a questo ottimo lavoro. Ancora Rock energico con “Get Home”,
ma un ritornello che potrebbe essere familiare anche ai Radiohead.
Chiude “Goodnight Paris”, frangente psichedelico con tanto
di Sitar.
Quello che ci ha proposto Paolo Baltaro è un disco che ci spiega
alla perfezione come si può essere commerciali nel più
bel senso del termine, senza cadere nel copiaticcio. Perché
la musica Progressive ha anche bisogno di essere cantata e vissuta
in maniera più serena. Qui c’è voglia di vivere
e di emozionarsi, qui c’è sostanza, e personalmente metto
questo disco nello scaffale dei più ascoltati, sono sicuro
che lo prenderò molto spesso. MS
Altre recensioni: The Day After the Night
Before
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