Rock Impressions

Paolo Baltaro - Low Fare Flight To The Earth PAOLO BALTARO - Low Fare Flight to the Earth
Musea
Distribuzione italiana: Frontiers
Genere: Prog
Support: Lp / CD - 2009


Il movimento Progressivo italiano sta vivendo un buon momento di germogliazione. Fra reunion di band dei tempi che furono, alle nuove leve (sempre più interessate a fare un genere che si basa molto più sulla mente più che non sul corpo), c’è tutto un fiorire alquanto intenso. In questo caso, siamo al cospetto di un nome che non suona nuovo a chi di questo genere ne fa un uso quotidiano, Paolo Baltaro è il tastierista cantante degli alessandrini Arcansiel. Custodisco ancora oggi con gelosia il loro primo lavoro “Four Daisies” del 1988 e di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta. Baltaro non era nella band, si è aggiunto subito dopo, ma ha preso ottimamente il timone della nave, rendendosi autore di buoni dischi nel tempo. Ma questo “Low Fare Flight To The Earth” è il disco di debutto solista. Quindi è chiaro che stiamo parlando di un artista che conosce il fatto suo, l’esperienza accumulata negli anni è utile per fare si che ne venga fuori un lavoro davvero professionale. La casa discografica francese Musea ci punta e addirittura mette in circolazione anche la versione in vinile. Di questo ultimamente ne stiamo vedendo un cospicuo ritorno, anche confortato dalle ottime vendite nel mondo. Un ritorno al vinile e alla sostanza, che finalmente la musica stia riprendendo il vero significato di arte? Baltaro contribuisce al rilancio e ci propone un buon artwork.

Altra considerazione dalla quale non posso fare a meno di esimermi, ho assistito in questi ultimi anni ad un nutritissimo nugolo di artisti che hanno sposato alcune soluzioni che Steven Wilson ha proferito per anni assieme ai suoi Porcupine Tree e questo mi fa anche piacere, visto la qualità dei suoi prodotti.

“Good Care” apre il disco e si presenta proprio così, uno stupendo pezzo Rock a cavallo con la Psichedelia ed un piccolo tocco alla RPWL, altra band tedesca che ha saputo fare dei Pink Floyd una vera bandiera. “Sunny Days” è altrettanto commerciale e ancora più Rock, con una melodia gradevolissima, una ricerca sonora ridotta al lumicino a favore dell’anima, a volte questo modo di fare porta a creare anche dei buonissimi dischi. Perché Progressive non è per forza fare sempre sperimentazione estrema oppure sfoderare tecnica asfissiante, a volte basta lasciare andare il cuore. Questo è quello che accade anche in “I’m Checking Out”, assieme alle coralità di Barbara Rubin e di Liana Attimonelli. Lascia stesi anche l’assolo di chitarra che consiglio a tutti gli amanti dei Pink Floyd ed affini. Chiude il lato A del vinile (che bello, era tanto che non lo dicevo!) la spensierata “Nowhere Street”. Si ricomincia con “Manchester” e ancora una volta incontro le sonorità che più amo, quelle dei Porcupine Tree, ma attenzione, non quelli psichedelici ed estremi, ma quelli più delicati e commerciali. Invece il ritornello è ancora una volta stile RPWL. Paolo ha un enorme pregio, quello di aver assorbito queste soluzioni ed averle fatte sue con buona personalità e quel tocco che solo i nostri artisti italiani hanno, ossia il caldo dell’anima mediterranea. Alza il tiro ed il volume “You’ll Never Die On Me” , uno dei pezzi più interessanti del disco, qui l’artista si libera a pieno e da sfogo a tutta la sua musicalità. Rock di grande fattura. “Low Fare Flight To The Earth” è la title track e rappresenta al meglio l’universo di Baltaro, in essa ci sono racchiuse tutte quelle soluzioni che hanno dato vita a questo ottimo lavoro. Ancora Rock energico con “Get Home”, ma un ritornello che potrebbe essere familiare anche ai Radiohead. Chiude “Goodnight Paris”, frangente psichedelico con tanto di Sitar.

Quello che ci ha proposto Paolo Baltaro è un disco che ci spiega alla perfezione come si può essere commerciali nel più bel senso del termine, senza cadere nel copiaticcio. Perché la musica Progressive ha anche bisogno di essere cantata e vissuta in maniera più serena. Qui c’è voglia di vivere e di emozionarsi, qui c’è sostanza, e personalmente metto questo disco nello scaffale dei più ascoltati, sono sicuro che lo prenderò molto spesso. MS

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