Berry è un artista eclettico e i nostri lettori più
affezionati dovrebbero avere già incontrato il suo nome varie
volte, come nel raffinato progetto prog di Jack Foster III, in compagnia
di Trent Gardner, ma Rob non disdegna l’hard rock melodico,
infatti in ogni cosa che ha fatto ha sempre portato il suo originale
gusto per la melodia, quindi non sorprende di certo trovarlo accasato
con la Frontiers, la label partenopea che tanto si è prodigata
per la rinascita di questo genere musicale. Ma le collaborazioni che
hanno dato la maggiore fama al nostro sono quelle con Emerson e Palmer
nei “3” e negli Alliance, senza dimenticare che ha fatto
parte anche dei GTR insieme e Steve Howe.
The Dividing Line parte con la traccia omonima, una piece scoppiettante
ricca di classe e di idee, Berry non è uno che si limita a
ripetersi all’infinito, ma continua a sperimentare e a ricercare
nuove sonorità, cosa davvero molto rara nell’hard melodico,
il risultato è quanto mai godibile. Stesso discorso per “One
Good Man”, che risente del lato prog del nostro, infatti delle
linee armoniche apparentemente semplici vengono intarsiate da ritmiche
complesse e mai banali. Tutto il disco è stato costruito su
questo mix di AOR e prog, per certi versi in molti momenti del cd
sembra che Berry abbia voluto riprendere il discorso intrapreso proprio
col gruppo di Emerson. Robert si è occupato di tutti gli strumenti
e della produzione, con esclusione del brano “A Life Worth Livin”,
dove la batteria è stata suonata da David Lauser, mentre alle
chitarre compare anche l’amico Gary Phil. L’ultima traccia
“Life Is On Fire” è quella più prog dell’intero
album, è anche la più epica. Nel disco non c’è
un calo di tensione o un cedimento, Berry ha fatto davvero un ottimo
lavoro. Nel cd è presente anche una traccia multimediale con
il video di “Wait”, una ballata intensa che merita di
essere esaltata in questo formato.
Immagino già che questo disco non piacerà agli oltranzisti
del prog, perché lo troveranno troppo “leggero”,
come già fecero col disco dei “3”, mentre gli amanti
dell’AOR lo troveranno troppo poco immediato e di non facile
lettura per certe ritmiche complesse, ma sono sicuro che tutti coloro
che vorranno ascoltarlo senza pregiudizi lo troveranno un gran bel
disco. GB
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