Mario Di Donato negli anni si è cucito addosso lo status di
artista da culto, spirito poliedrico e difficile da incasellare, ha
portato avanti con coerenza il suo progetto Metal Mentis, che non
a caso ha dato il nome a questo suo nuovo parto discografico. Doom
metal e dark psichedelico sono da sempre i canoni esplorati da questo
musicista particolare e, a differenza di altri suoi colleghi, Mario
ha dimostrato una coerenza invidiabile, sempre fedele al suo carisma,
pur nel segno di una evoluzione personale.
Oggi Di Donato non ha sicuramente più bisogno di dimostrare
nulla e procede con mano sicura, i suoi riff di chitarra sono micidiali,
si può anche permettere di inserire dei piccoli passaggi che
ricordano i Black Sabbath, che in fondo sono i padri putativi di questo
genere. Il cantato in latino è come sempre suggestivo e problematico
al tempo stesso, il suo essere scandito conferisce un senso di sacralità
e mistero che rende queste musiche ancora più oscure, però
è anche poco fluido e rischia di apparire più come una
“stranezza” che non come segno di distinzione. In ogni
caso i The Black possono vantare una vera unicità.
I seguaci del profeta del metal mentis hanno già capito che
questo disco è un “must have” per la loro discografia
e se vi piace il metal oscuro e psichedelico dategli un ascolto, potreste
diventare dei nuovi adepti. GB
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