Avevo
lasciato I Bloodbound un anno fa con il beneficio dell’inventario
riguardo l’onestà del prodotto. Li ho tacciati di saccheggiamento
nei confronti dei soliti gruppi guida come gli Iron Maiden, gli Helloween
e compagnia bella. Oggi li ritrovo a soli pochi mesi di distanza con
piacevole sorpresa, la personalità finalmente sembra tentare
la fuoriuscita.
Ovviamente siamo sempre legati a quelle sonorità Power anni
’80, ma con un senso per la melodia molto più spiccato
e leggermente distante dalla band di Herris e soci. Migliora la musica
ma peggiora l’artwork, la copertina è della serie: “…bambino
stai buono qui e fai il disegnino”, anche se poi la tematica
è inquietantemente infernale.
“Sign Of The Devil” apre il discorso con inaspettato carattere,
tutta da cantare, mentre “The Temper” ci ricorda che gli
Iron Maiden sono sempre nella loro mente anche se con una chiave di
lettura differente dal solito. Proseguono dunque i cori epici fatti
a DOC per la sede live e la voce di Urban Breed è quella solita
e graffiante. Provate ad immaginare cosa potrebbe essere “Book
Of The Dead” dal vivo! Personalmente mi ricorda i Saxon dei
tempi migliori, con le dovute proporzioni, si intende… I Bloodbound
sembrano essere diventati una specie di mixer, dove le vecchie sonorità
vengono shekerate con le nuove ed il risultato comincia a destare
un certo interesse. C’è ancora molto da lavorare, questo
sia chiaro, ma il discorso intrapreso comincia a prendere una certa
piega, magari bisogna lasciare perdere song come “Flames Of
Purgatory” o “Into Eternity”, prive di vita propria.
Non che siano brutte, tutt’altro, è che sono già
state scritte da migliaia di altri gruppi.
In definitiva i Bloodbound sembrano volere privarsi della vecchia
pelle, anche se lentamente. Ritengo “Book Of The Dead”
un lavoro riuscito a metà, anche se nella sua interezza riesce
a farci passare un allegra e spensierata oretta di buon vecchio e
sincero Metallo. Sanno suonare. Ora mi hanno incuriosito, dovremmo
aspettarci delle belle? Spero di si, hai visto mai? MS
Altre recensioni: Book of the Dead
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