Settimo
disco per questo eclettico artista francese, che ha saputo conquistarsi,
con tutta la fatica e le incertezze di una carriera "controcorrente",
un seguito di affezionati cultori.
Il prog di Jean è molto personale e intimista, le atmosfere
sono eteree e dense di poesia. Non ci troviamo tra le mani il solito
disco di convenzionale prog settantiano o l'ormai sempre più
comune palestra di tecnicismo esasperato, ma abbiamo un'opera nella
quale tuffarci senza timori per abbandonare il grigiore quotidiano
e incominciare a sognare.
Il CD si apre con il brano eponimo, una ballata sognante e ottimista,
alla voce ritroviamo Caroline Crozat con cui l'artista continua a
collaborare felicemente. A seguire un pezzo strumentale che inizia
con un arpeggio di chitarra dolcissimo e allo stesso tempo molto originale,
che da solo da la misura del talento di Boffo. Il terzo brano è
un bolero in cui si vive l'impressione di incamminarsi con una combriccola
di clown, ma potrebbero anche essere degli hobbit o altre creature
fantastiche, il suo incedere si evolve e le atmosfere si fanno orientali
per concludersi in un labirinto di emozioni. Con sorpresa il brano
"Prie Fort" è sorretto da una ritmica moderna, quasi
oscura e ci porta in nuove dimensioni, ma il viaggio è solo
all'inizio. La magia continua con la dolcezza di "Le Magicien"
e con le complessità di "Love Is", ma insistere nel
parlarvi dei singoli brani toglie l'incanto ad un'opera da gustare
nella sua interezza. L'ultimo brano che vorrei citare è l'epica
e malinconica "Célébration" che, come recita
il titolo, richiama con efficacia riti ancestrali.
Non c'è mai la chitarra distorta in questo angolo di pura poesia,
ma è un peccato non dargli almeno un ascolto, è musica
sì dolce, ma mai banale, mai easy listening, mai votata al
botteghino, e capita a volte che alla sera possa essere molto piacevole
ascoltare qualcosa di "diverso" dal solito. GB
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