Rock Impressions

Edward Box EDWARD BOX - Plectrumhead
Lion Music

Edward Box è un nuovo chitarrista e, seguendo una tradizione ormai consolidata, propone ad un pubblico di appassionati della sei corde un album strumentale di dodici brani. La formazione è quella preferita in questi casi: un power trio che oltre ad Edward è composto da Neil Lough al basso e Michael Robson alla batteria. Tre musicisti che sento nominare per la prima volta, mentre conosco il produttore, tale Fred Purser, nome che a voi non dirà quasi nulla, ma (se non si tratta di un caso di omonimia) ricordo benissimo quando nell'83 sostituì quel talento di John Sykes nei Tyger Of Pan Tang per l'album The Cage, un disco odiato dai metallari di allora perché presentava contaminazioni col pop elettronico, ma secondo me fu un passo innovativo importante verso nuove strade espressive, purtroppo decretò la fine del gruppo. Comunque il lavoro di Purser in questo disco è molto professionale.

Tornando a Plectrumhead ho il piacere di ascoltare un artista che nei suoi solos da grande spazio alla melodia, i brani sono vigorosi, sorretti da un chitarrismo ispirato, intendiamoci niente di nuovo sotto il sole, ma una buona tecnica al servizio della melodia è sempre piacevole da ascoltare. Box è un chitarrista solare e fantasioso, i suoi brani scorrono senza annoiare e presentano una discreta varietà.

"Plectrumhead" è molto arrabbiata e presenta un riffing moderno, mentre la successiva "Closer" inizia con un giro di chitarra acustica e il solo ricorda subito la musica made in USA, penso ad artisti come Neil Schon. "Blue Skies Above" è un brano riflessivo e riflette lo stupore dell'uomo di fronte alle bellezze della natura, siamo ancora in territori molto vicini allo spirito yankee. In "Stratosphere" torniamo ad un metal più energico, dove Box inserisce dei solos ancora molto melodici su un riffing zeppeliniano. La sezione ritmica si limita a fare bene il suo dovere senza aggiungere particolari spunti.

Melodia ed energia sono dunque i confini in cui si muovono tutti i brani del presente disco, che non è certo essenziale, ma rimane molto piacevole. GB

Altre recensioni: Moonfudge


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