INTERVISTA
A MATT CAFISSI di Giancarlo Bolther Partiamo con una domanda classica giusto per presentarti a chi ancora non ti conosce, vuoi farci un riassunto della tua carriera artistica? Ho iniziato a suonare circa 13 anni fa ma questa e’ preistoria quindi passo subito al sodo… Ho registrato 4 demotapes tra il 1996 ed il 1999 che hanno avuto un discreto successo soprattutto nel 1999 quando l’ultimo fu eletto demotape del mese su Metal Hammer e nel frattempo studiavo con Giacomo Castellano alla Lizard Institute di Fiesole. Da lì fui contattato da Andrea Castelli, ex bassista degli Shabby Trick e Cappanera in cerca di un chitarrista per incidere il suo primo lavoro da solista “Planet Time” uscito per la 99th Floor nel 2001. Poi incisi il mio primo cd “Extravaganza” ma purtroppo rimasto demo-cd. Dopo un periodo conobbi Steve Saluto e da lì è nata una continua collaborazione da cui prese vita il progetto GuitarChef Volume 1, un cd compilation contenente quattro brani di quattro chitarristi come Alex De Rosso, William Stravato, Steve Saluto e me. Stampato per la Level’s Productions e distribuito in USA tramite la Guitar Nine Records. E adesso è arrivato il mio primo ed ufficiale cd da solista. Com'è nato il tuo nuovo album (tempi di registrazione, difficoltà, scelta stilistica)? E’ la prima volta che non mi sono dato dei tempi per le idee e per la registrazione. Ho lavorato nel mio home studio con un Pc e tramite l’aiuto di amici davvero pazientosi sono riuscito ad ottenere un discreto livello di qualità di registrazione. Le difficoltà sono moltissime come del resto in tutte le cose, se vuoi ottenere un ottimo lavoro dei sudare sodo! Nessuna scelta stilistica, le influenze del periodo, sia musicali che non, hanno influito sul modo di suonare e sulla creatività dei brani, tutto viene da solo, nessun sforzo stilistico, il bello è proprio questo! Hai avuto delle difficoltà per trovare un'etichetta che stampasse il tuo album? A dir la verità sì, ho cercato un bel po’ in tutta Italia, ma per queste cose il problema è comune a tutti i musicisti che intraprendono un viaggio del genere. Dopo aver conosciuto il grande Steve Saluto, tramite lui sono arrivato al contatto con la Level’s Productions, che lavorava già con lui da diversi anni. Dopo aver ascoltato qualche traccia ancora demo, il prodotto è stato accettato e da lì è nato “Heat Of Emotion”. Una cosa che colpisce è la presenza di molti ospiti, come sei riuscito a coinvolgere i vari artisti che hanno prestato il loro contributo al tuo album? Anche perché non mi sembra che nel tuo caso cia sia stata una casa discografica alle spalle che ha curato il cosiddetto "casting"? No, nessuna pressione nessun casting. Steve Saluto mi ha aiutato nella scelta di molte cose, mentre la collaborazione di artisti è stata del tutto amichevole: con Andy Timmons c’era già una vecchia amicizia da anni, nata dopo il mio acquisto della chitarra Ibanez modello Timmons. Con Alex De Rosso ho un rapporto di amicizia da moltissimi anni, poi Andrea Castelli è un grandissimo musicista, uno dei bassisti più incredibili in Italia e la sua partecipazione è stata molto importante. Giacomo Castellano ospite in “Shine” con un grande solo è stata come una vecchia rimpatriata tra insegnante e allievo. La partecipazione degli altri chitarristi, che hanno suonato nella “The X Jam”, è stata ottenuta tramite Internet ed è stata molto divertente! Poi per quanto riguarda gli altri musicisti come Emiliano Mammini alle chitarre acustiche, Francesco Rossi al basso, che oramai è il mio bassista ufficiale, il cantante Samuele Borsò, Luca Gendusa, Sandro Cafissi e Matteo Amoroso dei Vision Divine alla batteria, Alex Lazzaretti e il grande Mauro Patrile genio dell’arrangiamento etc etc… grandi musicisti, ma soprattutto grandi amici! Alcuni chitarristi italiani come Alex Masi hanno deciso di stabilirsi all'estero per poter trovare un ambiente più favorevole, hai mai pensato di fare la stessa scelta o ritieni che il nostro paese possa offrire sufficienti opportunità per un chitarrista? Beh’, chi di noi musicisti non ha mai pensato o almeno sognato un’avventura del genere. Il problema è solo il campare di musica. Anzi la faccio io una domanda da un milione di Euro: è possibile campare e avere notorietà facendo il chitarrista all’estero o in Italia? Pensateci, provateci e fatemi sapere!!! Una domanda che ho già fatto anche ad altri tuoi colleghi, ma che voglio fare anche a te. Che significato ha fare un disco solista per un chitarrista in Italia? E’ la massima espressione per un musicista, far vivere le proprie emozioni trasformandole in musica, la propria musica. In Italia, come dire, siamo al punto della precedente domanda. Una cosa è sicura: è una soddisfazione immensa che dovrebbe provare qualsiasi musicista italiano e non. Ci puoi parlare del tuo rapporto con la chitarra, cosa significa per te suonare, che emozioni ti da? E’ un rapporto intimo, personale, quasi maniacale. Trasportare le tue emozioni in musica e sullo strumento non è facile, molti ci riescono altri no. Il proprio stato d’animo in note musicali, ma qui non voglio andare troppo sul filosofo anche perché odio queste cose… suonare la chitarra? E’ bello punto e basta! Negli anni passati abbiamo visto crescere molti chitarristi rock, secondo te chi è stato veramente importante? Ci sono moltissimi chitarristi attuali e non che hanno fatto parlare di sè in modo più che influenzale, ma secondo me e secondo molti ci sono quattro chitarristi che hanno cambiato la storia della chitarra rock: Jimi Hendrix nel 1967, Edward Van Halen nel 1978, Yngwie Malmsteen nel 1984 e Joe Satriani nel 1987. Se poi vogliamo parlare di chitarristi importanti degli ultimi anni ci sono di sicuro Richie Kotzen, Andy Timmons, Garsed & Helmerich, Paul Gilbert, Steve Lukather, George Lynch, mentre in Italia Giacomo Castellano, Andrea Braido e Alex De Rosso. Quali sono gli artisti (anche non chitarristi) che ti hanno maggiormente influenzato? Moltissimi, anzi infiniti! Sicuramente Hendrix, Pink Floyd, Satriani, Vai, Gilbert, Timmons, Kotzen, Lynch, Landau, Holdsworth ma anche Richard Marx, i Toto e i Mr Big sono stati importantissimi per me, anche Stevie Ray Vaughan e Van Halen. Nell'ascolto del tuo disco mi sono venuti in mente i nomi di Neal Schon (penso all'album Late Nite) e di Michael Thompson (per il suo inimitabile gusto melodico), cosa pensi di questi due chitarristi e ti riconosci in questi accostamenti? Cavolo, due grandi musicisti che stimo moltissimo. Due geni del sound chitarristico. Si è vero, per il gusto melodico mi riconosco in questi due artisti, ma non nella genialità (!?!?), qui si parla di Matt Cafissi purtroppo, non di Neal Schon… ah ah ah!!! Ci sono degli artisti in particolare (oltre a quelli con cui hai già collaborato) con cui ti piacerebbe lavorare (anche italiani) e perché? Certo, lavorerei volentieri con il cantante Richard Marx perché no, grande songwriter dove il mio playing andrebbe alla perfezione, oppure con un altro cantante come Eric Martin, ex Mr Big. Negli ultimi anni ho ascoltato molto i cantautori americani e non solo chitarristi infatti si sente molto la canzone e non la gara chitarristica tra le righe del mio disco. Cosa pensi dell'attuale scena musicale in Italia? Se si parla di musica Pop beh’, c’è ancora della bella musica italiana che esce ogni tanto e che non disprezzo se invece si parla di scena chitarristica credo che ci sia un bel movimento positivo, ma purtoppo solamente in campo Internet. Lì sì che c’è un vasto gruppo di validissimi musicisti tutti da scoprire (ci sono anch’io tra questi), ma in campo di stampa è un bel casino, cioé pochi riescono ad offrire la loro musica al pubblico di compratori se questo è il loro vero obiettivo. Fra i giovani chitarristi (a livello internazionale) quali sono i nomi che ti sembrano più promettenti? Sicuramente dalla Svezia: un grande e giovane chitarrista, molto originale, è Christian Alsing che oltre a ad aver partecipato al mio disco sicuramente farà parlare di se con i suoi dischi che verranno, ve lo assicuro. Poi per il resto, dato che ne conosco una miriade perché dirigo la fanzine dedicata ai chitarristi chiamata GuitarChef, www.guitarchef.cjb.net, non c’è molta roba buona in giro, chitarristi preparati tecnicamente ce ne sono tantissimi, ma purtroppo tante volte la tecnica prevale sul lato emozionale quindi… Che progetti hai per il prossimo futuro? Sicuramente dopo aver promosso il mio cd “Heat Of Emotion”, che devo dire sta andando molto bene tramite il mio sito ufficiale www.mattcafissi.com e la Paranoid Records su www.paranoid.it, inizierò la stesura dei nuovi brani che andranno nel nuovo disco, poi quel che verrà, verrà!!! Ciao e grazie, in bocca al lupo cari chitarristi!!! GB Recensioni: Stars; Heat Of Emotion; All the Little Things Sito Web + MySpace |