Il
mini cd Stars era una versione "demo" di questo nuovo album
di Cafissi e ci presentava in anteprima sei tracce che in questa nuova
veste sono completate da altre quattro. La sensibilità artistica
di Matt è notevole, così come la sua classe e il suo
tocco, che sa essere morbido e sa graffiare subito dopo.
Questo disco potrebbe farsi notare per l'abbondante presenza di ospiti
fra i quali voglio ricordare Andy Timmons (Danger Danger), Giacomo
Castellano (Vasco Rossi), Alex De Rosso (Dokken), Andrea Castelli
(Mantra, Cappanera), Gianni Rojatti (Gregg Bissonette e Stuart Hamm),
Carl Roa, Christian Alsing, Matteo Amoroso, Gianluca Galli, Francesco
Fareri e altri ancora, ma io preferisco pensare che siano le doti
tecnico compositive di Matt a far parlare di questo album.
Come già avevo ricordato con l'ascolto del demo il sound di
Matt ricorda un incrocio fra Michael Thompson, Neal Schon (penso all'album
Late Nite) e Satriani, con una musicalità molto americana per
un abbondante ricorso a melodie solari, talvolta malinconiche, ma
mai troppo dure. Ovviamente i brani già ascoltati godono di
una produzione migliore e più brillante, ma ovviamente non
propongono particolari novità, veniamo allora alle nuove tracce.
"Shine" gioca con il tema di "Bette Davis Eyes"
e lo stravolge facendone un pezzo nuovo con un discreto tiro. "Whithout
You" distilla malinconia con un solo da brividi dove emerge prepotente
tutta la passione e l'abilità di Cafissi. "Amazing"
è un breve divertisement, non è certo essenziale, ma
nel complesso mostra il lato più ironico del nostro. La riflessiva
"It's Alright" chiude con un solismo delicato su un piacevole
giro di chitarra acustica.
Matt suona con grande feeling e sarebbe un vero peccato non dargli
almeno una possibilità. GB
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