Ecco
un altro gioiellino partorito dalla svedese Transubstans Records,
un disco molto fuori dal comune di questi tempi e proprio per questo
incantevole. Questa band di Malmo propone un mix di psichedelia, prog
e musica folk con riferimenti che vanno agli Amon Duul II e ai Black
Widow, ma c’è anche qualcosa degli Hawkwind in certi
riffs di chitarra e qualche spruzzata di Stoner. Siamo nell’ambito
di una musica piuttosto spirituale e meditativa, anche se non mancano
momenti energici, ma è più forte la componente psichica.
L’album è suddiviso in nove tracce, anche se c’è
un filo conduttore che lega tutti i brani e conferisce una profonda
coesione al sound del gruppo. Una proposta retrò che è
molto controcorrente di questi tempi, ma questo è anche il
suo pregio maggiore, i Carpet Knights non mirano certo al profitto,
ma suonano la musica che amano di più. Ecco allora che il risultato
si fa convincente e colpisce l’ascoltatore.
Cambi di tempo e gustose progressioni sono quanto di meglio si può
ascoltare in tracce come “Zonked” o la bellissima “The
Mist” che parte melliflua e via via diventa sempre più
elettrica. Ma c’è anche l’hard rock, sempre molto
settantiano, di “Fools and Silent Callers”, che più
avanti possiamo gustare anche nel riffing di “Feel it”,
mentre “Sad Soul” è un po’ soporifera. Cigliegina
sulla torta la conclusiva “Last of Many”, un brano da
ascoltare tutto d’un fiato, capace di risvegliare vecchie magie,
molto prog oscuro e aggressivo, con un gran tiro.
Un disco non per tutti, ma per coloro che amano la musica fatta col
cuore, un disco “disallineato”, che finalmente non suona
come i dischi che mediamente invadono di questi tempi il mercato.
Che bello! GB
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